Palermo, protesta contro il caro bollette: Quattro canti al buio - Live Sicilia

Palermo, protesta contro il caro bollette: Quattro canti al buio

Orlando: "Il Governo alleggerisca questo peso insopportabile".
LA PROTESTA
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PALERMO – Alle 20 come previsto i lampioni che illuminano i Quattro Canti, il cuore di Palermo, sono stati spenti. E’ così scattata anche nel capoluogo siciliano la protesta simbolica contro il caro bollette promossa dall’Anci.

“L’aumento dei costi dell’elettricità e del gas avrà certamente delle gravissime conseguenze sui bilanci di famiglie e imprese ma coinvolgerà anche i comuni che, nei prossimi mesi, potrebbero vedersi costretti a non poter garantire i servizi essenziali ai cittadini”, dice Leoluca Orlando, presidente di Anci Sicilia. “La protesta simbolica indetta per stasera – continua – nasce dalla necessità di far sentire la voce dei sindaci sensibilizzando i cittadini e le istituzioni sulla questione e per chiedere al Governo di alleggerire questo peso insopportabile che rischia di peggiorare la difficile condizione economica scaturita dalla pandemia, bloccando la timida ripresa registrata negli ultimi mesi”.

La protesta in tutta Italia

Buio su palazzi e monumenti di tutta Italia per sensibilizzare il governo sugli effetti che il caro bollette avrà a breve sui bilanci degli enti locali. All’iniziativa – stando ai calcoli dell’Anci – hanno partecipato in serata circa tremila Comuni, spegnendo per mezz’ora o un’ora edifici particolarmente rappresentativi. Il rischio che gli amministratori, di ogni colore politico, vogliono a tutti i costi evitare è quello di dover tagliare servizi ai cittadini. Dietro la protesta dei sindaci ci sono infatti dei numeri che fanno paura: la stima di un surplus di spesa di 550 milioni di euro.

Solo a Roma, Roberto Gualtieri, già ministro dell’Economia, ha parlato di 40-50 milioni di maggiori costi in un anno, pari a tre anni di trasporto scolastico, tre mesi di mense, 180 km di manutenzione stradale. “Se non c’è un sostegno o una compensazione, i Comuni entrano in una situazione di difficoltà – ha affermato l’ex titolare del Mef – Ci aspettiamo che, a fronte dell’ennesima tegola che si è abbattuta sui nostri bilanci, il governo intervenga nel prossimo decreto stanziando risorse sufficienti”. E, quindi, ‘black out’ programmato per un’ora in Campidoglio, nel cuore della Capitale. A Firenze il collega Dario Nardella ha spento Palazzo Vecchio, a Torino Stefano Lo Russo ha fatto lo stesso per la Mole Antonelliana. A Catania è stata out l’illuminazione esterna dello storico Palazzo dei Chierici, a Venezia buio sulle facciate delle sedi comunali sul Canal Grande e a Mestre. A Trieste al buio piazza Unità, a Palermo i Quattro Canti, a Bari il lungomare.

“Il costo dell’energia si preannuncia avere dei rincari per ogni singolo Comune di oltre il 30%, per Venezia è già stato ipotizzato equivalere ad una spesa supplementare di 4 milioni di euro”, ha detto il sindaco Luigi Brugnaro. Quindi, la ricetta è spegnere la luce per accendere il riflettore su un problema che riguarda tutti. Fino alle 21, anche a Milano, il Castello Sforzesco e Palazzo Marino, restano al buio, e Giuseppe Sala chiede “ascolto” a Palazzo Chigi. In Lombardia a dar manforte alla manifestazione è il governatore Attilio Fontana che spegne il tricolore che generalmente illumina i ‘belvedere’ di Palazzo Lombardia e di Palazzo Pirelli. “La Regione Emilia-Romagna ha stimato che, con questo aumento delle bollette energetiche, per la sola sanità pubblica dell’Emilia-Romagna può esserci un aumento tra 30 e 40 milioni di euro nel 2022”, l’allarme del presidente dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini.

A Napoli la protesta è iniziata alle 19, quando si è ‘spento’ per mezz’ora il Maschio Angioino. Gaetano Manfredi ha rimarcato “l’incremento del costo dell’energia” che si fa sentire “soprattutto per l’illuminazione pubblica. Siamo molto preoccupati”. Come ha spiegato da Bologna Matteo Lepore, non si chiede l’autorizzazione allo scostamento di bilancio ma un fondo. L’ aumento delle bollette, infatti, pesa su famiglie e Istituzioni, dai grandi Comuni ai più piccoli. La richiesta al governo è di aumentare il più possibile il plafond di risorse destinate a tamponare questa situazione. Almeno nell’immediato.

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