Palermo, il maxi traffico di rame rubato: 80 indagati

Palermo, il maxi traffico di rame rubato: 80 indagati I NOMI

Il centro di raccolta era la stalla dove in passato venivano spezzate gambe e braccia per i falsi incidenti

PALERMO – Carabinieri e finanzieri hanno due certezze. La prima: una grossa fetta dei metalli rubati a Palermo e Provincia finiva in una stalla nel rione Borgo Nuovo. La seconda: il passaggio successivo era il passaggio della merce – principalmente ferro e rame – nei depositi delle imprese “Trinacria Metalli srl” di Carini e “Marino srl” di Palermo.

Spaccaossa e furto di metalli

Sono le due imprese finite sotto sequestro ieri su richiesta della Procura palermitana. La stalla si trova in via Mango ed è da sempre la roccaforte della famiglia Cintura. Un locale in stato di semi abbandono, accanto a una villa seicentesca, più volte finito al centro della cronaca. È qui che i componenti di una delle tante banda di spaccaossa si riunivano per spezzare gambe e braccia di gente disposta a tutto pur di truffate le compagnie di assicurazione e incassare gli indennizzi.

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L’affare dei metalli

Incidenti stradali falsi, dolore vero per le ferite e le mutilazioni inferte dentro la stalla dove venivano accatastati i metalli rubati in giro per la città. Con ferro e rame si fanno buoni affari. Per non parlare dei preziosissimi componenti delle marmitte delle vecchie auto. Sono il rodio (usato per placcare i gioielli, valutato 700 euro a grammo), il palladio (70 euro al grammo, utilizzato in elettronica, odontoiatria e gioielleria) e platino (35 euro al grammo). E così la marmitta di una vecchia Polo può valere fino 700 euro, di una Yaris 300 euro.

Oltre ai componenti delle famiglie Cintura e Marino (che gestiscono sia la “Trinacria metalli” che la srl che porta il loro cognome) sotto inchiesta per traffico illecito di rifiuti sono finiti tantissimi autotrasportatori che raccoglievano i metalli, molti in giro per la città, e li trasportavano fino al centro di lavorazione. Sono operazioni che vanno eseguite seguendo una procedura ed invece tutto sarebbe avvenuto senza rispettare le regole.

Negli uffici della Trinacria carabinieri e finanzieri avevano piazzato le microspie. Ad un certo punto i Marino avrebbero fatto eseguire una bonifica. Sono stati intercettati due operai: “Un segnale enorme, fortissimo… è fortissimo… c’è un’altro perno… lì sotto… come si spegne tieni premuto la batteria a cui devi togliere… loro sono entrati capito… hanno fatto quello che dovevano fare e non ha suonato niente… ma hanno finito le intercettazioni… sono finite le indagini (ridevano) hanno chiuso le indagini”. In realtà le indagini sono andate avanti.

I nomi degli indagati

Questo l’elenco completo delle persone indagate dalla Procura di Palermo: Gaetano Marino, Baldassare Marino, Marisa Marino, Maria Marino, Michele Marino (classe ’80), Michele Marino (classe ’71), Franco Cucuzza, Mario Caruso, Camillo Salica, Matteo Fiori, Vincenzo Marino, Vincenzo Di Stefano, Andrea Cintura, Giuseppe Cintura, Ivan Cataldo, Giuseppe Coglitore, Domenico Agnetta, Antonino Fiore, Claudio Baglione, Matteo Ferrigno, Giovanni Viviano, Vito Vitale, Salvatore Vinci, Salvatore Spinelli, Salvatore Sparacio, Maurizio Sollima, Francesco Saladino, Antonino Russo, Vito Rigano, Antonino Ribuffo, Matteo Reina, Pietro Randazzo, Salvatore Priolo, Filippo Picone, Giuseppe Patinella, Alessandro Novara, Raimondo Mulè, Vincenzo Montalbano, Paolo Mineo, Giacomo Messina, Gaspare Mazzamuto, Diego Marchese, Antonino Loddo, Alessandro Lo Curcio, Salvatore Lo Bianco, Attilio Leone, Gaetano La Vecchia, Pietro Incontrera, Gaspare Gemelli, Salvatore Gambino, Giuseppe Galluzzo, Anthony Gallina Salvatore Frisella, Pietro Ferrante, Alfonso Favazza, Francesco Di Falco, Antonino Di Falco, Angelo D’Armetta, Emanuele D’Amico, Giuseppe Damasco, Alessandro Damasco, Pietro Cusimano, Samuele Curcio, Giuseppe Conigliaro, Angelo Conigliaro, Alessandro Coglitore, Francesco Paolo Cintura, Maurizio Cimò, Domenico Celesia, Mario Catanzaro, Michele Castrofilippo, Angelo Caleca, Antonino Buscemi, Massimiliano Bruno, Alessandro Bova, Raffaele Bocchini, Giovanni Bisiccè, Michele Arcieri, Sebastiano amoroso, Salvatore Abbate.


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