PALERMO- I rapinatori sono entrati fin dentro il caveau della banca. Ci vorrà tempo per quantificare il bottino dell’assalto all’agenzia Bpm di via Serradifalco 125, a Palermo, ma potrebbe trattarsi di centinaia di migliaia di euro. Un colpo che ricorda le sceneggiature cinematografiche, ma è tutto vero.
Almeno cinque i rapinatori con mascherine in volto, tute bianche e guanti. Dipendenti e clienti se li sono visti spuntare all’improvviso. Sono stati momenti di terrore. Durante la notte hanno forzato un cancello che porta ai box e al locale autoclave del condominio. Quindi hanno fatto un buco sul tetto e sono entrati nell’ufficio archivio per cogliere tutti di sorpresa.
Dopo avere lasciato intendere di essere armati, hanno immobilizzato i presenti con delle fascette in plastica, quelle che si usano per i fili elettrici. Un dipendente è stato picchiato e la direttrice costretta ad aprire alcune casette di sicurezza e il caveau, facendo razzia di soldi. Un colpo studiato nei minimi dettagli, opera di gente esperta, probabilmente autorizzato dalla famiglia mafiosa. Via Serradifalco ricade nel mandamento Noce. Impossibile che un colpo del genere non riceva il benestare di Cosa Nostra. Non è escluso che il bottino serva a finanziare il traffico di droga, divenuto la prima voce degli incassi delle famiglie mafiose. L’altra ipotesi è che i boss diano il benestare, ma impongono un tassa. Una sorta di pizzo sulla rapina.
Le indagini sono state delegate dalla Procura della Repubblica ai carabinieri della compagnia di San Lorenzo. I militari hanno acquisito le immagini di videosorveglianza della banca, ma anche delle telecamere in zona. L’analisi parte da oggi e va ritroso nel tempo per individuare eventuali movimenti sospetti nella strada. Chi è entrato in azione in via Serradifalco ha studiato la piantina dell’immobile e i movimenti delle persone. Come in un film, ma è tutto vero. A cominciare dal terrore di chi è stato sequestrato.