PALERMO – Un vero peccato. Il riferimento è alla conclusione di un campionato che poteva avere ben altro destino. Così come avvenuto all’andata, il Palermo riesce ad avere ragione di un Genoa privo di un’identità, risucchiando il Grifone nel vivo di una lotta salvezza più aperta che mai (complici i risultati maturati da Empoli e, soprattutto, Crotone) e alimentando i rimpianti per una serie A letteralmente gettata al vento. Aggiungendo i soli punti persi in zona Cesarini, quattro con la Samp tra andata e ritorno, uno al “Franchi” di Firenze (con la complicità dell’arbitro) e due in casa col Pescara, il totale porterebbe i rosa a quota 30, in piena corsa e a soli due punti con l’Empoli e un potenziale scontro diretto all’ultima giornata ancora da giocare.
I rimpianti crescono ulteriormente pensando alla finestra di mercato invernale: con tre ritocchi (un portiere, un centrocampista e una punta) di media qualità, le chances di rincorsa al quartultimo posto sarebbero ulteriormente lievitate. Missione possibile anche per le asfittiche casse del club di viale del Fante, ragionando in maniera oculata sull’opportunità di continui avvicendamenti in panchina e di infruttuose mediazioni e consulenze dal retrogusto slavo e dal prezzo salatissimo. Bastava poco, eppure la salvezza è apparsa per tutto l’arco della stagione lontana anni luce. Nonostante lo scatto d’orgoglio successivo alla gara di tennis malamente perduta all’Olimpico contro la Lazio: sette punti e un solo gol subito, peraltro su rigore, in tre gare. Un ruolino di tutto rispetto.
Al Palermo va riconosciuto il merito di aver allontanato lo spettro di presunti giochi al ribasso, in ottica paracadute: i rosanero sono scesi sul terreno di gioco di un “Barbera” desolatamente vuoto per disputare la loro gara e sfoderare quell’orgoglio che in tante, forse troppe, circostanze non si era visto. La vittoria sul Genoa, peraltro, permette di allontanare definitivamente lo spettro dell’ultimo posto: anche in caso di sconfitta a Pescara, infatti, la formazione di Bortoluzzi non potrebbe più essere raggiunta proprio dagli abruzzesi. Una magrissima consolazione che non sposta l’attenzione da un closing più volte annunciato ma non ancora ratificato. Inizia un’altra settimana d’attesa, nonostante il presente abbia ben poco da raccontare.