E’ stata una chiacchierata schietta, quella dei Cinque Stelle palermitani che, stamattina, si sono confrontati con il capo del Movimento, Giuseppe Conte. E l’indicazione è apparsa chiara: M5S fa parte di un fronte progressista che deve essere consolidato. Niente campi allargati in un’altra direzione, né chimere di tipo diverso. In quel confronto in videoconferenza l’ex premier avrebbe ribadito il punto politico che non è soltanto palermitano ma nazionale, spiegando di considerare quella di Franco Miceli, per il centrosinistra, una figura autorevole. Di conseguenza il più sembra fatto, a rigore di logica e in attesa degli sviluppi di un quadro che resta ancora mutevole. E’ uno sbocco coerente con quello che potremmo definire il ‘nuovo corso’ del Movimento, alle prese con un cammino a cui tutti guardano con interesse.
Dunque, la candidatura del presidente nazionale dell’Ordine degli architetti, Miceli, a sindaco di Palermo è senz’altro più vicina, se non praticamente già in campo. Si aspetta la presa di posizione ufficiale di M5S e quella del Pd che domani riunirà la direzione. In proposito sono state esplicite le parole del segretario provinciale democratico, Rosario Filoramo: “L’intervista a LiveSicilia esprime perfettamente la mia idea. Miceli ha chiarito che è un candidato civico palermitano. Perché, a Palermo, il sindaco lo scelgono i palermitani. E lo sostiene un uomo di partito che sa quanto sia importante il ruolo dei partiti. Lui parla a mondi produttivi che sono essenziali in una città che vuole sognare e rivalutare la sua immagine nel mondo, sapendo che è pure necessario trovare gli autobus per spostarsi e pagare tributi che corrispondano a servizi”. Il riferimento è alla chiacchierata con il nostro giornale in cui, dopo la rinuncia, l’oggi candidato in pectore aveva ribadito le sue condizioni.
Come sono esplicite e critiche le parole di Mariangela Di Gangi, espressione di un civismo che non vuole ammainare bandiera: “Può essere certamente lui (Miceli, ndr) la persona migliore per interpretare un progetto inclusivo e vincente per Palermo alle prossime elezioni amministrative – dice Di Gangi -. Sapendo che gli errori commessi rimangono lì e hanno delle cause ben precise e radicate, che non possono essere cancellate con un colpo di spugna, né tantomeno saltate a piè pari per cantare stupide vittorie. Resta ancora tutto il tema di riformare la politica, i suoi gruppi dirigenti e i suoi metodi, il necessario lavoro per rompere il cerchio dell’autoconservazione e fare spazio a percorsi differenti. Ci sarà bisogno di tempo, costanza, lavoro e fatica che vadano molto oltre la scadenza elettorale”.