PALERMO – Ci sono voluti 18 giorni, ma il consiglio comunale di Palermo adesso ha di nuovo una commissione al Bilancio. Termina il braccio di ferro tra la maggioranza e le opposizioni che ha visto il Comune “ostaggio” di una polemica giunta a livelli di guardia: la scelta del centrodestra di dimettersi in massa dall’organismo per silurare il vicepresidente Ugo Forello si è rivelata un boomerang che ha impantanato il consiglio e messo a repentaglio il cammino del bilancio consuntivo 2022 che arriverà a fine mese.
Bilancio, centrodestra vittima di se stesso
Un esito che i promotori non avevano messo in conto e dovuto a un vuoto nei regolamenti: non era mai successo che quattro componenti su sette si dimettessero tutti insieme e gli uffici, segreteria generale e avvocatura in primis, si sono dovuti arrovellare per capire come procedere. Forello e Carmelo Miceli, entrambi avvocati di professione, hanno dato filo da torcere alla maggioranza con pareri legali, messe in mora, diffide e, da parte del gruppo Oso, persino un esposto in Procura; un ginepraio in cui il centrodestra si è ritrovato schiacciato fra la necessità di tenere il punto e quella di trovare una via d’uscita, col sindaco Roberto Lagalla costretto per ben due volte a convocare i suoi.
La soluzione: dimissioni per tutti in commissione
Alla fine il coniglio dal cilindro lo ha estratto Dario Chinnici, capogruppo della lista del primo cittadino: via le richieste di parere e i cavilli giuridici, dimissioni per tutti e ricostituzione della commissione con gli stessi componenti di prima. L’opposizione ha rischiato di dividersi, ma l’opportunità di un coordinamento delle minoranze in vista dei prossimi passaggi d’Aula (oltre alla presidenza della commissione Garanzia e trasparenza che dovrebbe andare al Pd) ha portato tutti a più miti consigli.
Milazzo e Forello rieletti
L’ufficio di Presidenza ha preso atto delle dimissioni e, ricevute le indicazioni dai partiti, ha letto in Aula la composizione della commissione: Gianluca Inzerillo (Forza Italia), Giuseppe Milazzo (Fdi), Domenico Bonanno (Nuova Dc), Salvo Di Maggio (Nuova Dc), Ugo Forello (Oso), Mariangela Di Gangi (Progetto Palermo) e Carmelo Miceli (Misto). La commissione si è così riunita e ha confermato Milazzo presidente all’unanimità e Forello vice con sei voti su sette. Una formazione che potrebbe però cambiare presto: il passaggio di Di Maggio dalla Lega ai cuffariani ha creato uno squilibrio con la Democrazia cristiana che si ritrova con due rappresentanti; ecco perché Di Maggio in futuro dovrebbe lasciare il posto a Chinnici.
Una vittoria a metà
Alla fine tutti contenti, o quasi. Forello può esultare per essere riuscito (contro ogni pronostico) a rimanere al suo posto, perfino con i galloni di numero due; il centrosinistra può brindare per aver ritrovato l’unità (almeno per il momento); il centrodestra può dire di aver costretto tutti alle dimissioni, con un’arma riutilizzabile in futuro (anche se nessuno si sognerebbe nemmeno di farlo).