Palermo, stop a car e bike sharing: Amat prova a vendere le auto

Palermo, stop a car e bike sharing: Amat prova a vendere le auto

La partecipata tenterà di fare cassa

PALERMO – Le automobili non sono più in circolazione, i cartelli sono stati coperti e gli stalli, in giro per la città, non più riservati. Dallo scorso aprile l’Amat ha fermato ufficialmente i servizi di car e bike sharing che, negli scorsi anni, hanno rappresentato una delle scommesse sulla mobilità alternativa a Palermo.

Scommessa persa, visto che i servizi erano in passivo con un rosso di un milione di euro nel 2021 e nel 2022, calato a 660 mila euro l’anno successivo e tornato nel 2024 a un milione tondo.

L’azienda che sta provando a risanare i conti (nei primi sei mesi è in attivo di tre milioni) ha quindi deciso di tagliare i rami secchi, partendo proprio da car e bike sharing.

L’obiettivo della partecipata, guidata da Giuseppe Mistretta, è provare a fare cassa con le automobili e le biciclette rimaste sul groppone. Un modo per contenere le perdite, nelle more di affidare ad altri il servizio.

Le automobili

I numeri non sono indifferenti. Oggi Amat conta su 73 vetture di proprietà, ossia 5 Polo del 2009, 5 Opel, 4 Golf e 29 Up! del 2014, oltre a 21 Renault Zoe e 9 Panda del 2015. A queste vanno aggiunti altri 52 mezzi a lungo noleggio: 44 Yaris ibride, 3 Fiat ibride e 5 Opel.

Un parco mezzi di oltre 125 automobili, necessario a coprire una rete che era composta da 223 stazioni che toccavano anche tre aeroporti (Palermo, Catania e Trapani) e quattro città, fra cui Acicastello.

Nolo o vendita

Il tema, per Amat, è provare a fare cassa con quel che è rimasto. Una delle ipotesi in campo prevede il noleggio delle vetture già noleggiate magari al Comune o ai dipendenti comunali, come l’azienda ha già fatto per quattro mezzi con i propri lavoratori.

Numeri alla mano, la società potrebbe applicare un incremento del canone del 25%: attualmente spende 135 mila euro e così ne incasserebbe 180 mila, con un guadagno di quasi 45 mila euro.

Diverso il discorso per i mezzi di proprietà che invece potrebbero essere venduti a prezzi di mercato: ipotizzando un costo di ricondizionamento (carrozzeria e motore) di 96 mila euro complessivi, si potrebbero ricavare almeno 300 mila euro netti, vendendo ogni mezzo a un prezzo che varia dai 2 mila ai 7 mila euro.

Le bici

Prospettive meno rosee per le biciclette: in magazzino ce ne sono un centinaio, di cui quasi la metà nuove di zecca, ma con la pedalata muscolare potrebbero non essere appetibili, a meno di non convertirle all’elettrico.

Mistretta: “Scelta obbligata”

La dismissione del car sharing è stata per Amat una scelta obbligata, in relazione alle regole sancite dal piano di riequilibrio del comune di Palermo, in considerazione delle perdite che il servizio generava”, dice a LiveSicilia il presidente di Amat, Giuseppe Mistretta.

“Siamo consapevoli dell’utilità del servizio e ci stiamo adoperando per trovare un’azienda che possa continuare l’esercizio del car sharing, assistendo il Comune nella pubblicazione di una gara pubblica – continua -. Sembrerebbe che ci siano alcuni operatori interessati. La mobilità dolce è un’attività complementare al servizio che Amat esercita, importante nel raggiungimento dell’obiettivo di ridurre l’inquinamento da CO₂”.


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