PALERMO – Un colpo di scena che potrebbe riaprire il caso dello stupro di gruppo al Foro Italico di Palermo. Ci sono sette giovani condannati, sei dei quali con sentenze definitive.
Una registrazione smentirebbe la violenza accertata nel corso delle indagini e dei processi. La vittima, Asia Vitale, oggi ventunenne, avrebbe detto off the record all’autore siciliano di un podcast che il rapporto sarebbe stato consensuale almeno all’inizio. Che addirittura ci sarebbe dietro un piano per fare “soldi”. Le parole sarebbero state chiare, ma sull’intera vicenda i condizionali sono più che mai d’obbligo.
Richiesta di revisione
La tesi del rapporto consensuale consumato una notte di luglio due anni fa è stata portata avanti dalle difese degli imputati, senza però riuscire a fare breccia nei giudici. La registrazione potrebbe essere alla base di una richiesta di revisione delle condanne. Gli avvocati Carmelo Adamo, Claudio Congedo, Simona Ciancitto, Giuseppe Farina, Leonarda Lo Presti, Alessandro Martorana e Giorgio Zanasi sono già al lavoro, ma nulla di più trapela. È presumibile che un perito stia accertando la veridicità dell’audio che sarebbe stato registrato fuorionda durante la partecipazione di Asia Vitale a “Sperone podcast”.
Stupro del Foro Italico, i condannati
Per Angelo Flores, Christian Maronia, Cristian Barone, Elio Arnao, Gabriele Di Trapani e Riccardo Parrinello (giudicato separatamente perché all’epoca dei fatti era minorenne) la sentenza è passata in giudicato. Stanno scontando pene comprese fra 6 anni e 4 mesi e 8 anni e 8 mesi di carcere. Samuele La Grassa è stato condannato a 4 anni, ma il processo deve ancora approdare in Cassazione.
Le frasi choc
Parrinello, il più giovane del gruppo, in una conversazione via chat con un amico ammetteva che la diciannovenne non era consenziente: “Compà l’ammazzammu… ti giuro a me matri l’ammazzammu… ti giuro a me sviniu… sviniu chiossà di na vota… minchia sette… u vo capiri manco a canuscevo io compà… ficimu un macello n’addivirtemu”. Parole dal significato inequivocabile.
I magistrati descrissero nella motivazione delle condanne la “sofferenza” della vittima, che caduta a terra urlava “basta, basta, non ce la faccio più”. Ma i suoi aggressori anziché fermarsi la deridevano: “Ce la fai”. La violenza fu filmata da Flores con il cellulare.
La scena ripresa con il cellulare
“Mi puntava il telefono addosso con la torcia accesa, mentre lo fissavo mi chiedevo perché mi stesse facendo una cosa del genere… io ero inerme, in ginocchio…”, mise a verbale Asia Vitale che ha pubblicamente raccontato la sua storia nel corso di dirette social e trasmissioni televisive in cui ha svelato la sua identità e mostrato il volto. Ha sempre ribadito la ricostruzione del gruppo che approfittò di lei anche successivamente alla registrazione della conversazione in cui fornirebbe una versione diversa.
Secondo le difese, sarebbe stata la diciannovenne a convincere i ragazzi a seguirla dalla Vucciria fino al cantiere del Foro Italico. Per invogliarli avrebbe mostrato dei video a sfondo sessuale. Ora il possibile colpo di scena nel giorno in cui si è appresa la notizia che Asia Vitale avrebbe minacciato con un coltello l’ex fidanzato a Muggiò, paese in provincia di Monza Brianza dove si è trasferita a vivere.
Ma è stato anche il giorno in cui lo storico legale della ragazza, l’avvocata Carla Garofalo, ha rinunciato ad assisterla per una netta divergenza. Alcuni comportamenti della vittima, così ha detto il legale, la “inducono a riconsiderare la sua personalità e la narrazione stessa di quanto le è accaduto rispetto a quella fatta a me”.

