Palermo, Tac comprata e mai usata al Civico: "Danno da 350 mila euro"

Tac comprata e mai usata al Civico: “Danno da 350 mila euro”

La Procura della Corte dei Conti cita in giudizio l'ex manager Migliore e altri tre dirigenti

PALERMO – È una goccia nel mare delle spese della sanità siciliana. Ma, al di là dell’esito del giudizio, è un caso spia di un sistema che fa a pugni con l’efficienza. Di sicuro dei macchinari all’avanguardia per diagnosticare i tumori sono spenti da cinque anni all’ospedale Civico di Palermo. Comprati e mai utilizzati.

Da qui la citazione in giudizio da parte della Procura regionale della Corte dei Conti di quattro dirigenti chiamati a rispondere di un danno erariale da 352 mila euro.

Si tratta dell’ex manager Giovanni Migliore, del direttore amministrativo Vincenzo Barone, di quello sanitario Rosalia Murè e del direttore dell’unità operativa Gestione tecnica Giuseppe Bono

L’indagine parte da una segnalazione anonima del giugno 2015. Una persona bene informata scrive che le apparecchiature, fra cui una Tac, sono state spostate dalla Medicina nucleare al nuovo padiglione oncologico. I macchinari sono stati comprati grazie ai fondi comunitari.

Non solo, l’anonimo aggiunge che le due macchine, preziose per la diagnostica e il monitoraggio delle malattie oncologiche, non sono state più state utilizzate visto che la medicina nucleare non è mai stata trasferita nei nuovi locali. I lavori, infatti, non sono stati completati.

In ospedale arrivano i carabinieri del Nas. Viene fuori una nota di Gaspare Arnone, allora direttore della Medicina nucleare, il quale invitava a rinviare il trasferimento dei macchinari proprio perché i lavori erano fermi. Meglio lasciare i macchinari nel vecchio reparto e nell’attesa utilizzarli. Magari snellendo le liste di attesa per eseguire gli esami che nella lotta contro i tumori possono risultare decisivi.

I lavori sono andati a rilento anche perché nel 2016 la ditta appaltatrice è fallita. Il curatore ha poi ha attivato dei giudizi contro l’amministrazione sanitaria. Giudizi che hanno rallentato ancora di più il cantiere. Finalmente nel giugno 2019 la stazione appaltante, cioè l’ospedale Civico, ha vinto il contenzioso giudiziario.

“Allo stato – si legge nella citazione a giudizio della Procura regionale della Corte dei Conti – il reparto di Medicina nucleare non risulta ancora trasferito presso il nuovo polo oncologico mentre le due apparecchiature si trovano allocate presso quei locali, spente da quasi 5 anni”.

Secondo la Procura contabile, i macchinari furono spostati quando lavori non era ancora completati e senza che fossero chiari i tempi di attivazione del nuovo reparto.

Oltre al danno derivante dalla riduzione degli esami erogati ai pazienti, ci sarebbe pure quello dovuto alla proroga del contratto di manutenzione delle vecchia macchine.

Migliore si è difeso sostenendo che il fallimento dell’impresa costituisce un fattore imponderabile e che alla luce della mole delle delibere era impossibile conoscere i dettagli di ogni singolo procedimento. Gli altri dirigenti sostengono che non hanno avuto alcuna responsabilità anche perché nulla faceva presagire la lungaggine dei lavori. E in ogni caso non avevano loro la competenza. Le tesi difensive al momento non hanno convinto i magistrati contabili, il procuratore Gianluca Albo e il pm Marcella Tomasi, ed è arrivata la citazione in giudizio per danno erariale. Queste le cifre così come ripartire dall’accusa: Migliore 193 mila euro, Murè 70 mila, barone 17 mila, Bono 70 mila.


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