PALERMO – Cade l’aggravante della premeditazione, ma Francesco Lupo resta resta in carcere. Il tribunale del riesame, presieduto da Annalisa Tesoriere, ha confermato la misura cautelare per l’uomo accusato di tentato omicidio.
Sarebbe stato lui, domenica 22 dicembre, a sparare contro un dipendente della Reset Antonino Fragali, ferito con diversi colpi di pistola vicino al cimitero dei Rotoli.
A chiedere che venisse esclusa la premeditazione sono stati gli avvocati difensori di Lupo, Giovanni Castronovo ed Enzo Giambruno. Non un agguato pianificato, dunque. Tre uomini sono stati filmati mentre arrivavano in macchina, due sono scesi e uno, identificato in Lupo, ha fatto fuoco.
In poliziotti stanno ancora indagando per risalire ai due complici. Così come è da chiarire chi abbia lanciato un sacchetto con dentro la pistola e i vestiti che apparterrebbero a Lupo da una palazzina dello Zen mentre gli investigatori cercavano riscontri sul tentato omicidio.
Si scava anche sul movente: dalla vendetta per il duplice omicidio del fratello e del padre di Lupo agli affari della droga.