PALERMO – Gli indagati per la presunta truffa sui fondi per l’agricoltura sono 48. Solo a 22 di essi giudice per le indagini preliminari Claudio Emanuele Bencivinni ha imposto una misura cautelare. Chi non è finito agli arresti domiciliari, né gli è stato imposto l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, ha comunque subito un sequestro preventivo per equivalente dei contributi pubblici che gli sono stati assegnati.
Dietro il via libera alle pratiche per incentivare il settore agricolo ci sarebbero, nella peggiore delle ipotesi, fatture per operazioni inesistenti o, nella meno grave, costi gonfiati.
La cifra dei fondi per l’agricoltura concessi in maniera irregolare supererebbe i 2,5 milioni di euro. Chi doveva controllare – dirigenti e funzionari dell’Ispettorato provinciale all’Agricoltura che dipende dall’assessorato regionale – non lo ha fatto perché avrebbe siglato un patto corruttivo con gli imprenditori.
Secondo la Procura europea e dei finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Palermo, le pratiche non subivano intoppi in cambio di consulenze ad amici e parenti degli stessi dipendenti pubblici.
Il sequestro più grosso – 800 mila euro – colpisce la cooperativa agricola Sicilfunghi di Bolognetta. Il progetto finanziato prevedeva la costruzione di cinque serre per la lavorazione di carpofori. Seguono i 287 mila euro e i 236 mila concessi a Vincenzo e Massimo Inguì, che hanno ottenuto i soldi nell’ambito di un progetto destinato ai giovani imprenditori agricoli. Obiettivo dichiarato: costruire 6 serre a Bagheria dove coltivare ortaggi.
Antonino Cannella, rappresentante della I.C. Servizi srl, ha ottenuto 275 mila euro. La società viene ritenuta socio occulto di Inguì. Altri 321 mila euro sono stati sequestrati a Rosa e Giovanni Giattina di Marineo che si occupano di “coltivazioni miste cereali, legumi da granella, semi oleosi”.
Un contributo da 90 mila euro è stato assegnato all’impresa di Rosalba Tegoletto per l’acquisto di una caldaia a policombustibile “…al fine di utilizzare le biomasse derivate dalla potatura delle piantagione arboree e dalla sgusciatura dei frutti…”.
Ventiquattro mila euro ciascuno sono stati concessi e ora sequestrati ad una sfilza di imprenditori: Silvia Burriesci, Giuseppe Daidone, Francesco e Silvia Matranga, Adalia Armetta, Patrizia Sorisi, Marco Barbaccia.
Stessa cosa per i professionisti, ingegneri e agronomi, Riccardo Puccio (53 mila euro), Francecso Sclafani (53 mila), Ciro Spinella (43 mila). Cifre da condividere con il funzionario dell’Ispettorato Filippo Cangialosi.