Palermo, il reddito di cittadinanza le spettava

Scagionata dalle foto di matrimoni e battesimi: cade l’accusa di truffa

Imputata una donna che ha percepito il reddito di cittadinanza

PALERMO – Niente più delle fotografie poteva essere utile a confermare la presenza stabile nel territorio italiano di una cittadina rumena che percepiva il reddito di cittadinanza.

L’accusa di truffa è caduta grazie alle indagini difensive dell’avvocato Gianluca Corsino che ha depositato gli scatti dei matrimoni dei figli delle coppie presso le quali lavorava come badante prima a Vittoria nel Ragusano e a Balestrate in provincia di Palermo.

Ed ancora, istantanee di battesimi, prime comunioni e compleanni, ma anche referti di viste mediche. Perché la vita è segnata da eventi lieti e altri complicati.

Tutto per dimostrare che da più di dieci anni l’imputata risiede in Italia. Requisito richiesto dalla legge su cui ha fatto chiarezza una circolare del ministero: non serve la residenza anagrafica, ma effettiva.

Gli scatti di vita quotidiana hanno convinto il giudice Paolo Magro che ha assolto P.U., 50 anni, dall’accusa di truffa aggravata. I 3.800 euro incassati con il reddito di cittadinanza le spettavano.


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