Il no a Borsellino su Messina Denaro padre: “Non c'è la mia firma”

Il no a Borsellino su Messina Denaro padre: “Non c’è la mia firma”

Il Procuratore di Enna Massimo Palmeri chiarisce: “Nessuna responsabilità sulle espressioni che sarebbero state usate dall’estensore”

ENNA. Quel decreto, che disse no alla richiesta di Paolo Borsellino di far sequestrare i beni e imporre la sorveglianza speciale a Francesco Messina Denaro, padre del superlatitante Matteo, consegnato alla giustizia solo poche settimane fa dopo decenni di latitanza, reca nel frontespizio, tra i componenti del Collegio giudicante, pure il nome del procuratore di Enna Massimo Palmeri, ma “risulta sottoscritto in calce solo dal Presidente, l’ora defunto dottor Barracco, e dal Giudice Relatore ed Estensore, il dottor Miranda”.

“Non l’ho firmato io – ribatte il procuratore di Enna, allora giudice a Trapani – e nessuna responsabilità diretta, peraltro a distanza di 33 anni dai fatti, perciò, mi si può ascrivere circa le espressioni che sarebbero state usate dall’Estensore nel tratteggiare la personalità del proposto”. In quel provvedimento, i giudici scrissero che Messina Denaro senior, in pratica, era un «lavoratore assiduo» e un «risparmiatore oculato» e non c’erano prove della sua vicinanza a Cosa Nostra.

Il capo dell’ufficio requirente ennese non ci sta a finire al centro delle cronache per un fatto, relativo al capo del mandamento di Castelvetrano dagli anni ’80, di cui ricorda ben poco – che un paio d’anni fa ha ricostruito e contestualizzato pienamente, dopo che la notizia diffuse in queste ore, in cui veniva citato il suo nome, era già in giro per il web – e che risale ai suoi primi anni di carriera; anni in cui, sottolinea, se la vicenda fosse opportunamente “contestualizzata”, ci si renderebbe conto che lo stato delle conoscenze investigative sullo spessore delinquenziale della famiglia Messina Denaro, di certo, non era quello di oggi.

“Non posso – scrive in una nota, riferendosi a elementi pubblicati da altre testate – non cogliere un collegamento con il fatto, e mi chiedo perché, che proprio a breve io attendo l’esito del ricorso amministrativo che ho proposto contro la mia mancata nomina, risalente al Novembre scorso, a Procuratore di Marsala (incarico conferito al dottor Asaro, più giovane di me di ben 10 anni!) e sono in corsa, primo nella graduatoria provvisoria formulata al riguardo solo sulla base del criterio dell’anzianità, per la copertura del posto in atto vacante di Procuratore Aggiunto alla Procura della Repubblica di Palermo”.    

La notizia, come detto, sarebbe uscita nel luglio 2020. “All’epoca – prosegue il procuratore – mi sono premurato di chiedere copia del decreto incriminato alla Cancelleria della Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Trapani e ho potuto così constatare, dalle annotazioni appostevi in calce, che esso era stato impugnato dal P.M. di Trapani e che, successivamente, la Corte d’Appello di Palermo lo aveva annullato, disponendo la restituzione degli atti al Procuratore di Marsala. Tale restituzione, per come ho potuto ricostruire attraverso la lettura di altri atti di cui dispongo in copia e che qui non cito per esigenze di spazio (ma che posso, a richiesta, fornire), era avvenuta per difetto di legittimazione dell’Organo Proponente: pare di capire, quindi, che il Dr. Borsellino, nel formulare la proposta a carico del Messina Denaro padre, avesse esercitato un potere di proposta che la Legge vigente a quel tempo non gli attribuiva”.

Conclude Palmeri: “Stante l’avvenuto annullamento “in radice” di tutto il procedimento disposto dalla Corte d’Appello, quindi, anche laddove il Tribunale di Trapani (composto anche da me) avesse, in prima istanza, accolto la proposta del Dr. Borsellino, l’eventuale misura applicata al Messina Denaro sarebbe poi, comunque, venuta meno. Rassegno il presente comunicato per la diffusione agli Organi di stampa, riservandomi di farlo pervenire anche, per le iniziative che si vorranno adottare a tutela della mia immagine e della mia onorabilità, pesantemente lese dal contenuto e dal tono dell’articolo in questione, alla locale ANM, al Consiglio Giudiziario di Caltanissetta, a S.E. il Presidente della Corte d’Appello e a S.E. il Sig. Procuratore Generale di Caltanissetta e alla competente Commissione del C.S.M”.


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