CATANIA – Pnrr permettendo, il Consorzio stabile progettisti e costruttori di Maletto tornerà ad affacciarsi sul panorama delle opere pubbliche catanesi. Dopo l’interdittiva antimafia e dopo l’annullamento della gara d’appalto per il parcheggio di piazza della Repubblica, la ditta della famiglia Capizzi spunta di nuovo in città grazie ai fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza e, in particolare, grazie alla vittoria dell’appalto integrato, bandito da Invitalia, per la demolizione della Palestra Lupo e la realizzazione del parcheggio multipiano che lì dovrebbe sorgere. Un affare da 3,9 milioni di euro che l’azienda malettese si è appena aggiudicata, in associazione d’impresa con il Consorzio Build di Roma.
I lavori dovrebbero essere affidati entro il 30 luglio 2023 e conclusi entro la fine di giugno del 2026. Secondo quanto appreso da LiveSicilia, però, all’impresa di Maletto è arrivato qualche giorno fa solo il verbale relativo all’accordo quadro con l’amministrazione e mancherebbe ancora il contratto, che permetterebbe l’avvio ufficiale delle interlocuzioni con il Comune di Catania. Il Consorzio stabile progettisti e costruttori si dovrebbe occupare sia della progettazione dell’opera, sia dei lavori. Un condizionale reso obbligatorio dalle difficoltà, finora, di aprire i cantieri. “Abbiamo vinto parecchi bandi legati a opere del Pnrr – spiega a questa testata Giuseppe Capizzi – Ma ancora non ne è partito nessuno”. E le scadenze, da rispettare per non perdere i finanziamenti, sono a dir poco stringenti.
L’interdittiva antimafia e Rinascita Scott
Quel che è certo è che l’azienda potrà affrontare l’appalto di piazza Lupo con una preoccupazione in meno. Cioè senza quella del “controllo volontario giudiziario“, conclusosi con esito positivo da parte del tribunale di Catania, al quale il Consorzio stabile progettisti e costruttori aveva deciso di sottoporsi dopo l’interdittiva antimafia che l’aveva colpito a novembre del 2021. L'”informazione antimafia interdittiva” era stata emessa dalla prefettura di Catania. “Non riguardava noi direttamente – continua Capizzi a LiveSicilia – Bensì quattro aziende di nostri fornitori che, però, erano iscritti alla white list“.
Niente a che vedere, quindi, neanche con la posizione personale di Giuseppe Capizzi: l’architetto malettese era stato coinvolto nella maxi-inchiesta Rinascita Scott della procura di Catanzaro, con l’accusa di traffico di influenze illecite. Reato nei confronti del quale il tribunale calabrese ha poi emesso una sentenza di non luogo a procedere, che ha dichiarato il reato estinto a seguito di un ben riuscito affidamento in prova ai servizi sociali. Che Capizzi ha trascorso lavorando come volontario alla Misericordia di Bronte.
Il parcheggio di piazza della Repubblica
A dicembre 2021, le cronache continuano a parlare dell’impresa etnea: il Tar di Catania annulla la gara d’appalto da undici milioni di euro per la realizzazione del parcheggio di piazza della Repubblica, nell’ambito del piano di risanamento del quartiere di San Berillo, che il Consorzio stabile progettisti e costruttori si era aggiudicata insieme all’Ingegneria Costruzioni Colombrita. I giudici amministrativi avevano deciso di dare ragione all’Ance Sicilia, che aveva fatto ricorso contro la gara, sostenendo che il bando fissasse condizioni tali da rendere impossibile la formulazione di un’”offerta sostenibile, seria e remunerativa”. In altri termini, il bando era antieconomico.
Il Comune di Catania aveva deciso di non fare ricorso contro la sentenza del Tar. Ai tempi, con la giunta Pogliese ancora in carica, l’amministrazione aveva ritenuto più rapido predisporre una nuova gara d’appalto piuttosto che continuare una battaglia legale che chissà per quanto tempo si sarebbe protratta. Una previsione che però si era rivelata ottimistica considerando che oggi, a due anni di distanza, il nuovo bando non è ancora stato pubblicato e del parcheggio di piazza della Repubblica non c’è traccia.
Il parcheggio di piazza Lupo
Adesso al Consorzio stabile progettisti e costruttori spetta la costruzione di un altro parcheggio. Quello di piazza Pietro Lupo. Il 9 marzo si è conclusa la procedura di “controllo volontario giudiziario” per un anno. L’amministratore nominato dal tribunale, il commercialista Ettore Cocina, ha accompagnato l’impresa negli ultimi 365 giorni, mentre la titolarità è sempre rimasta alla famiglia Capizzi. “Adesso abbiamo un documento del tribunale che certifica la nostra estraneità a qualunque infiltrazione”, puntualizza l’architetto malettese.
È in questa situazione che l’azienda si è aggiudicata un appalto che è destinato a fare discutere. Non fosse altro per il luogo che toccherà: la palestra di piazza Pietro Lupo è da anni uno spazio occupato. Era il 2015 quando una rete di associazioni aveva riaperto alla cittadinanza i locali a pochi metri da piazza Teatro Massimo. Un edificio abbandonato da anni, su cui erano stati puntati i fari perché l’area era stata inclusa nel celeberrimo, e vecchio di vent’anni, “piano parcheggi” del Comune di Catania guidato dall’allora sindaco Umberto Scapagnini. Ai tempi c’era da risolvere l'”emergenza traffico” con un garage interrato.
Lo sgombero del centro sociale
Più di recente, il parcheggio di piazza Lupo era tornato in auge con un piano da 23 milioni di euro varato dall’amministrazione di Salvo Pogliese. L’abbattimento della palestra sarebbe servito a lasciare il posto a 180 posti a raso (quindi non più interrati) per facilitare lo scambio metro-bus-auto. In mancanza di fondi adatti, però, anche questa pratica era stata archiviata. Per riproporsi, nella formula del park multipiano, con i finanziamenti del Pnrr. Un progetto caldeggiato addirittura in maniera bipartisan dall’aula consiliare di Palazzo degli elefanti: a luglio 2022, durante una seduta del senato cittadino, il pogliesiano Luca Sangiorgio aveva trovato tra i sostenitori dello sgombero del centro sociale, anche l’ex sindaco Enzo Bianco.