PALERMO – Il parco Cassarà potrebbe riaprire entro la fine di giugno, almeno una parte. È questa la principale novità dopo l’avvio, all’interno di uno dei principali polmoni verdi della città, delle analisi per verificare la presenza di eventuali tracce d’amianto o di altri rifiuti pericolosi, dopo il sequestro avvenuto nello scorso mese di aprile. Con le indagini visive e quelle sull’aria già terminate, in questi giorni i tecnici della Procura stanno procedendo con nuove verifiche sul terreno attraverso opportuni carotaggi. Dopodiché occorrerà verificare i risultati dei test, prima che la magistratura possa pronunciarsi su un’eventuale riapertura del parco.
L’assessore con delega ai parchi cittadini, Francesco Maria Raimondo, spiega: “Al momento il parco resta chiuso alla fruizione pubblica, tuttavia incontrerò già dall’inizio della prossima settimana il magistrato per verificare se prima della fine del mese riusciremo a permettere ai palermitani di avere un altro sfogo per le attività fisiche. In merito all’esito degli attuali scavi e il presunto ritrovamento di rifiuti tossici – prosegue l’assessore – non mi pronuncio in quanto avremo un resoconto dettagliato proprio da parte degli organi preposti nei prossimi giorni. Ciò che mi auguro è che si possa quanto prima rivedere il provvedimento e riaprire almeno la parte che è sempre stata fruibile e curata dal Coime, con la sola limitazione delle zone ancora sottoposte ai controlli”.
“Con l’arrivo della stagione estiva – conclude Raimondo – è naturale dovere fare i conti con una richiesta crescente di spazi aperti. Stiamo lavorando per assicurare alla cittadinanza il parco. Non mi sento di azzardare alcuna data, tuttavia l’intendimento dell’amministrazione è quello di arrivare a una soluzione che non penalizzi i palermitani e, allo stesso tempo, possa consentire il lavoro di monitoraggio e di accertamento ancora in corso in quelle zone sospette ma che comunque contiamo di recuperare”.
A confermare i continui contatti fra la magistratura e l’amministrazione comunale è il dirigente dell’assessorato Ambiente, Francesco Fiorino: “Non è il caso di fare congetture su ciò che i consulenti della Procura abbiano trovato in questi giorni all’interno del parco. Facciamo lavorare tranquillamente la magistratura, e nello specifico il sostituto procuratore Clemente, in modo tale che il Comune posso pronunciarsi solo quando ci saranno risultati certi. L’interesse di tutti è quello di riaprire, almeno in parte, questo importante parco per la cittadinanza”.
Il presidente della Quarta Circoscrizione Silvio Moncada, in merito alla notizia diffusa dal quotidiano Repubblica sul fatto che al Parco Cassarà oltre l’eternit vi siano sotterrate scorie industriali tossiche, ha commentato in una nota ufficiale: “Ci costituiremo parte civile contro i responsabili di questo vile atto criminoso.Tutto questo ci lascia sgomenti. Se confermata, la notizia ha dell’inverosimile”.
Durante i carotaggi eseguiti dal tecnico nominato dalla Procura su una delle collinette sarebbe infatti stato scoperto e sequestrato un tubo con la scritta “Fincantieri” e ingenti quantità di residui di sabbiatura e verniciatura che vengono dai cantieri navali. “Chi sapeva e ha permesso che il parco venisse frequentato dai nostri figli – prosegue il presidente – è responsabile di un atto criminoso pari a quello ipotizzato per la terra dei fuochi in Campania. Auspico che detti criminali vengano subito individuati e condannati. Chiederò al Consiglio la costituzione di parte civile”.