Sicilia, arriva la parità di genere anche nelle giunte comunali - Live Sicilia

Arriva la parità di genere anche nelle giunte comunali, primo sì all’Ars

In prima commissione ok al ddl Enti locali: ecco cosa prevede
LA RIFORMA
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PALERMO – Primo sì in commissione Affari istituzionali all’Ars alla norma che garantisce una rappresentanza di genere non inferiore al 40% nelle giunte comunali siciliane. Il ddl 738 ‘Enti locali’ si arricchisce di un articolo che introduce anche in Sicilia la parità di genere nella composizione delle squadre assessoriali.

Ok al ddl, parola alla commissione Bilancio

L’intero pacchetto di norme, tra cui quella sul ‘consigliere supplente che sostituirà il collega d’aula chiamato in Giunta, è stato varato dalla commissione guidata da Ignazio Abbate e ora passa sul tavolo della commissione Bilancio.

La norma sulla parità di genere

La novità sulla composizione delle giunte comunali arriva attraverso una modifica ad una legge del 1992. L’emendamento, che è stato sottoscritto da maggioranza e opposizione, prevede che nessun genere possa essere rappresentato per meno del 40% nelle giunte comunali. I sindaci dei grossi centri dovranno adeguarsi fin da subito alla novità: entro novanta giorni dall’entrata in vigore della legge. Per le realtà medio-piccole (Comuni da tre a 15mila abitanti) lo start delle nuove regole è stato fissato, invece, a partire dalla prossima tornata elettorale.

Abbate: “Legge innovativa, Sicilia avanti”

È questo l’aspetto più innovativo che pone adesso la Sicilia avanti rispetto a tutto il resto d’Italia – osserva Abbate -. In questo modo diamo la possibilità nei Comuni più grandi di usufruire fin da subito delle novità introdotte”.

Caronia: “Nessuno blocchi la riforma in aula”

Marianna Caronia, parlamentare di Noi Moderati, parla di “un ulteriore passo nel lungo cammino per la parità di genere e per dare un’adeguata rappresentanza alle donne nelle amministrazioni comunali”. Caronia poi avverte: “Mi auguro che al momento del voto finale della legge nessuno chieda voto segreto o tenti altri sotterfugi per impedire l’approvazione della norma, perché questo vorrebbe dire che l’unanimità di oggi è stata solo di facciata”.

Intravaia:” Giusto adeguarci alla legge nazionale”

Il voto in prima commissione viene salutato positivamente anche da deputato di Forza Italia Marco Intravaia: “Penso che le donne capaci e competenti non abbiano bisogno di quote di riserva ma è giusto che la normativa regionale si adegui a quella nazionale sulla partecipazione femminile nelle amministrazioni comunali”.

Il M5s: “Segnale di civiltà ma si poteva fare meglio”

“Un grande segnale di civiltà e un grande passo avanti in direzione della parità di genere”, sottolineano i deputati M5s Angelo Cambiano, Lidia Adorno e Roberta Schillaci che però guardano al bicchiere mezzo vuoto: “Si poteva e doveva anche fare di meglio, guardando alla norma nazionale, abbassando cioè il limite di applicabilità della norma ai comuni superiori a 3.000 abitanti”. Anche Il M5s teme il voto segreto: “Speriamo che in aula nessuno si nasconda dietro al voto segreto per boicottare la norma”.

Il Pd: “Quell’emendamento era nostro”

Dal Pd arrivano punture di spillo alla maggioranza “che si appropria delle proposte dell’opposizione – dicono dicono Valentina Chinnici, Ersilia Severino e Mario Giambona – pur di non riconoscerne il valore. In commissione si è tornati a votare il nostro emendamento – aggiungono -. Un governo e una maggioranza realmente solidi e responsabili dovrebbero accettare e valorizzare le proposte dell’opposizione nell’interesse dei cittadini, invece di tentare sistematicamente di appropriarsene”.


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