Si è appena concluso il messaggio del presidente del Consiglio Giuseppe Conte dalla sala dei Galeoni, a Palazzo Chigi. Ecco alcuni estratti.
“Ho sempre ritenuto che il contratto fosse un elemento di forza del governo: è la modalità più lineare e trasparente per dar vita a un governo tra due distinte forze politiche con contenuti programmatici diversi e contesti valoriali distinti”. Questo è l’inizio del discorso.
“Ho scelto di accettare l’incarico perché, pur consapevole di essere privo di una mia forza politica di sostegno, ho ritenuto di poter attingere dall’articolo 95 della Costituzione e alle prerogative ivi indicate, che definiscono ruolo e poteri del premier”.
“L’esperienza di governo ha dovuto convivere con un ciclo serrato di tornate elettorali con campagna elettorale pressoché permanente e ne ha risentito il clima di coesione delle forze di governo. Io stesso avevo sottovalutato questo aspetto. In particolare il voto delle europee, molto complesso, ha accreditato l’immagine di uno stallo nell’attività di governo: questa è una falsità, il governo ha continuato a lavorare perché è iniziata la fase due, dopo la fase uno”.
“Purtroppo il clima elettorale non si è ancora spento e non giova al governo. I miei rapporti con i ministri sono ottimi. Ma lavorare nell’interesse del Paese significa qualcosa di più che avere buoni rapporti personali. La fase due ha bisogno di maggiore risolutezza della fase uno. Le polemiche sterili sottraggono energie preziose”.
“Non posso essere certo della sua durata, ma posso assicurare che fino all’ultimo giorno e fino all’ultima ora questo sarà il governo del cambiamento”.
“La manovra manterrà un equilibrio dei conti perché “le regole europee rimangono in vigore finché non riusciremo a cambiarle”.
“I provvedimenti che il governo deve mettere in campo richiedono visione, coraggio, tempo, impongono di uscire dalla dimensione della campagna elettorale e entrare in una visione strategica e lungimirante, diversa dal collezionare like nella moderna agorà digital”.
“Chiedo alle forze politiche che mi sostengono di operare una chiara scelta. Io resto disponibile a lavorare con la massima determinazione. Le forze politiche che hanno la maggioranza siano consapevoli delle loro responsabilità. Se non ci fosse una chiara assunzione di responsabilità, rimetterò il mandato nelle mani del Presidente della Repubblica”.