"L'esperto di microspie| che favorì la famiglia” - Live Sicilia

“L’esperto di microspie| che favorì la famiglia”

Bonifiche ambientali, microspie nelle auto di boss e affiliati, i picciotti dei Laudani si sarebbero avvalsi di un esperto di intelligence che lavorerebbe anche per la Questura di Catania. Ecco chi è l'uomo accusato dalla magistratura di aver favorito il clan Laudani. La redazione sta provando a contattare il diretto interessato per la replica.

mafia e intelligence
di
4 min di lettura

CATANIA- Un insospettabile, incensurato “esperto di elettronica e microspie, che possedeva armi rubate in un deposito militare e che era in grado di montare e trovare microspie”. Ecco lo 007 che sarebbe stato avvicinato dal clan Laudani: si chiama Antonino Catalano ed è indagato per favoreggiamento aggravato.

Giuseppe Laudani, il collaboratore di giustizia che sta facendo tremare Catania, interrogato dai magistrati, ha parlato del presunto ruolo di Antonino Catalano, riconosciuto in fotografia. “E’ pure un soggetto avvicinato -ha detto il pentito- anche se va d’accordo con i Santapaola, fece un furto in un deposito militare ed è in possesso di molte armi, come sanno i carabinieri di Acireale. E’ molto bravo con l’elettronica ed è in grado di montare e trovare le microspie”.

Un episodio in particolare è finito nel mirino della magistratura. A parlare è il collaboratore di giustizia Nazareno Anselmi, ricorda di aver rinvenuto una microspia a bordo della propria autovettura e di averne parlato con Iano il piccolo, ovvero Sebastiano Laudani, giovane boss, che lo aveva accompagnato “da una persona che abitava a Canalicchio, al quale aveva consegnato la microspia”. Il soggetto in questione avrebbe “fornito notizie sulla forza di polizia che aveva installato la microspia e altre informazioni riservate, data di installazione, numero telefonico sui cui veniva trasmessa la registrazione”.

Anselmi, però -ricostruisce la Procura di Catania- non aveva visto di persona colui al quale era stata consegnata l’apparecchiatura per l’intercettazione, “poiché questi aveva rapporti diretti esclusivamente con il Laudani”; il collaboratore, però, accompagna gli investigatori nella casa di Canalicchio dell’esperto di elettronica.

“Avevo un guasto alla macchina e mi sono recato da un elettrauto -si legge nel verbale di Anselmi- una Bmw serie 1, mi sono accorto che insieme alla batteria c’erano due fili che partivano dal tetto, coì mi sono, ho iniziato a smontare e ho tirato tutto l’impianto attivo di microspia, mi sono recato da Sebastiano Laudani a dirgli che avevo trovato questa cosa, anche perché in quel periodo ci frequentavamo, quindi lui si è preso tutte le microspie e le ha portate da una persona del Canalicchio, di cui non ricordo il nome, so l’abitazione e di chi è parente”.

Il pentito sostiene che, il soggetto in questione, “svolge per la Questura di Catania attività come tecnico di impianti di microspie…”-

Il presunto tecnico della Questura si fiderebbe, secondo il pentito, soltanto di Sebastiano Laudani. “Mi ha detto il Laudani che questo impianto mi era stato montato il 20 di agosto dalla finanza e quindi era stato montato 20 giorni, un mese prima di quando me ne sono accorto…poi mi ha detto che anche nella sua macchina vi erano delle microspie, lui aveva un maggiolone in quel periodo, un maggiolone nero e questo tecnico gli ha detto che anche quella macchina era piena di microspie, però era stata venduta e già erano andati a smontarle. Poi mi disse che nella scheda che c’era all’interno del mode vi era la traccia del numero telefonico da dove ero intercettato e se volevo era possibile cancellare o comunque rovinare quello che già avevano registrato nelle bobine, tramite non so quale sistema, comunque mi ha detto che ci vilevano 5mila euro per comprare questo macchinario”.

L’esperto di intercettazioni avrebbe anche bonificato la zona in cui abitava il boss dei Laudani: “Per lui personalmente mi disse che aveva provato a vedere se c’erano telecamere nella strada in cui abitava lui e sono passati là con un macchinario e in pratica hanno rilevato, hanno visto che c’era una telecamera, poi un altro macchinario ce l’aveva anche Ottavio Pezzino, questo per le microspie”.

Il collaboratore Giuseppe Laudani accompagna i magistrati catanesi sotto la casa di Antonino Catalano e spiega: “Ricordo che in tale posto, quando ho accompagnato Sebastiano Laudani, era parcheggiata la stessa jeep che c’è adesso, ricordo ancora che quando sono stato arrestato nel 1999 per armi, questa persona ci doveva fornire un metal detector per cercare delle armi sotterrate. Preciso che Antonino Calì, detto l’uomo ragno, mi ha confidato in carcere in quale luogo erano sotterrate le armi, da qui l’intenzione di procurare un metal detector e cercarli, cosa poi non avvenuta perché siamo stati arrestati io, Giuseppe Laudani e Sebastiano Laudani”.

I magistrati ritengono di aver riscontrato le dichiarazioni dei collaboratori. La jeep riconosciuta dal pentito “era intestata all’odierno indagato Antonino Catalano”, che risulta titolare di un’impresa di “riparazione apparecchi radio e assistenza radiocomunicazioni”.

“Non vi sono dubbi -scrive il Gip Marina Rizza- circa l’identificazione di Antonino Catalano…è evidente che il soggetto incontrato da Iano il piccolo, a seguito della scoperta della microspia da parte dell’Anselmi, era proprio l’indagato”.

Il giudice solleva alcuni dubbi sul reato contestato a Catalano, giungendo alla conclusione che “le dichiarazioni dell’Anselmi consentono al più di affermare che in una, forse due occasioni, il Catalano è intervenuto per individuare e rendere inoffensivi sistemi di ascolto piazzati dalle forze di polizia e dalle dichiarazioni del Laudani non si evince che tale attività venisse posta continuativamente in essere nell’interesse della famiglia”.

Su queste basi il Gip Rizza ritiene opportuno contestare il favoreggiamento aggravato che il concorso esterno a Catalano, “avendo l’indagato agevolato l’organizzazione mafiosa rappresentata da Sebastiano Laudani”


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI