Partecipate delle province | A rischio 640 dipendenti - Live Sicilia

Partecipate delle province | A rischio 640 dipendenti

Si occupano della pulizia nelle scuole e nei palazzi delle province, ma il governo ha ritirato la norma che li trasferiva in capo ai nascenti liberi consorzi. Il governo temeva l'impugnativa, e i deputati dell'Ars hanno preparato un ordine del giorno. Ma per i lavoratori non basta.

PALERMO – La legge sull’istituzione dei liberi consorzi ne stabiliva il trasferimento di funzioni in capo ai nuovi enti, ma adesso i 640 lavoratori delle società ‘in-house’ delle province di Palermo, Caltanissetta e Catania rischiano di rimanere per la strada. Sono i dipendenti della Palermo Energia, della Publiservice di Catania e della ‘Caltanissetta service’, personale che si occupa prevalentemente della pulizia nelle scuole e nei palazzi delle province.

Un emendamento alla nascente legge di riforma dell’Ente intermedio, che estendeva i ‘diritti’ dei dipendenti delle provincie a quelli delle società partecipate, era stato approvato in Prima commissione e, poi, in commissione Bilancio all’Assemblea regionale siciliana mesi fa. E per questo il governo lo inserì, in seguito, nel disegno di legge che da qualche giorno è in discussione a Sala d’Ercole.

Ieri, poi, la marcia indietro. “Abbiamo fatto alcuni approfondimenti – spiega l’assessore alle Autonomie locali Patrizia Valenti – che hanno evidenziato come non ci fossero presupposti di costituzionalità. In sostanza attribuivamo questo personale ai liberi consorzi prima ancora di fare una suddivisione delle competenze necessarie: sarebbe stato un errore portare avanti la norma, il commissario l’avrebbe impugnata”.

E così il governo ha ritirato l’articolo. Ma, per l’assessore, l’intenzione di salvaguardare i dipendenti resta. “Aspettiamo soltanto di approvare la riforma, poi, tra sei mesi faremo la legge sul trasferimento delle funzioni”.

Nel frattempo, alcuni deputati hanno preparato un ordine del giorno che impegna il governo a trasferire i lavoratori ai liberi consorzi, una volta nati. Il primo firmatario, Vincenzo Figuccia (Forza Italia), spiega: “E’ stata fatta una discriminazione tra i dipendenti che sono direttamente in capo alle province e quelli delle società ‘in-house’. Non potrebbe essere altrimenti, visto che anche i lavoratori delle partecipate gravano essi stessi sui bilanci delle province”.

Ma per i dipendenti – e per i sindacati – un atto di indirizzo non è sufficiente. “Al momento non c’è alcuna garanzia dei livelli occupazionali – spiega Mimma Calabrò, segretario regionale della Cisl Fisascat – e se il governo non troverà una soluzione siamo pronti a mobilitare i lavoratori per protestare”.

 

 


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI