Pasqua a Caltagirone |Lavanda dei piedi ai migranti - Live Sicilia

Pasqua a Caltagirone |Lavanda dei piedi ai migranti

Peri: "Questi fratelli e queste sorelle che visitano le nostre regioni sappiamo con quale senso di diversità vengono considerati, accolti e a volte anche rifiutati".

Il gesto del vescovo di Caltagirone
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CALTAGIRONE – Un gesto che non mancherà di creare clamore, fatto in silenzio quello del Vescovo della Diocesi di Caltagirone Mons. Calogero Peri, ieri in occasione del Giovedì Santo. 
In una Cattedrale, quella di Caltagirone, gremita di gente, ha deciso che il rito della lavanda dei piedi venisse compiuto con dodici ospiti degli Sprar che sono ospitati nel territorio diocesano. 
E’ di questa settimana la notizia che un giovane operaio di un cantiere del centro storico, con il vizio del gioco, abbia denunciato una finta aggressione da parte di 4 extracomunitari per giustificare l’ammanco della paga settimanale alla propria famiglia. 
Un caso questo che è costato all’operaio con il vizio del gioco una denuncia a piede libero ma che ha dimostrato come sempre più spesso, gli extracomunitari siano oggetto di odio e intolleranza dai contorni sempre più grotteschi. 
Per l’occasione, vissuta come un momento di festa sono stati accolti in Cattedrale tre ragazzi e tre ragazze degli Sprar di San Michele di Ganzaria, tre ospiti dello Sprar di Vizzini e tre dello Sprar di Caltagirone. 
Senza neppure il clamore dell’altare ma decidendo di raggiungerli sino ai banchi ove i giovani erano seduti, il Vescovo Peri, alla fine dell’omelia ha compiuto il rito lavando e baciando i piedi di ciascuno di questi ragazzi. 
“Un invito a cui abbiamo subito risposto positivamente, che ci ha commosso e per il quale ringraziamo Sua Eccellenza per la sensibilità dimostrata.” Così Rocco Sciacca presidente della Cooperativa Iride che gestisce gli Sprar contattati per l’occasione dal Parroco della Cattedrale. “Questo gesto ma ancor prima questa attenzione ha entusiasmato i nostri ospiti, piacevolmente stupiti per l’attenzione loro dimostrata. Ringraziamo Sua Eccellenza per le parole che ha sempre dedicato agli ultimi, a chi cerca nella nostra regione quello spirito di accoglienza che solo la cultura cristiana può offrire.”

Ed è Mons. Peri a volere, nelle sue parole, a conclusione della Santa Messa, sottolineare la volontà di aver compiuto questo gesto lontano dal clamore, come atto di richiesta di perdono a Dio: “Questi fratelli e queste sorelle che visitano le nostre regioni sappiamo con quale senso di diversità vengono considerati, accolti e a volte anche rifiutati. Penso che il nostro sia stato un gesto per dimostrare che nella Chiesa c’è spazio per tutti, la Chiesa è Cattolica nel senso che riconosce tutti come fratelli e quindi accoglie, questo è un gesto con il quale chiediamo perdono al Signore per tutte le inadempienze e tutte le dimenticanze.
Sono piedi che hanno fatto tanta strada, che vengono da lontano, hanno attraversato deserti, hanno rischiato il mare e ora sono nella nostra terra. Questo vuole essere un gesto un segno che mi auguro possa per davvero possa essere il geto di ognuno di noi, bisogna accoglierli prima come fratelli e sorelle e poi tutto il resto perché altrimenti se davanti all’uomo mettiamo altri interessi rischiamo che la cosa più preziosa che ci sia al mondo che è l’uomo, venga asservito ad altri interessi, venga asservito ad altre logiche e noi senza fare rumore vogliamo invece riaffermare che l’uomo è il fine e non può essere mai mezzo.” 
Un’ammonizione quest’ultima che sembra dedicata a chi, come la cronaca degli ultimi anni ha dimostrato, ha considerato un “valore economico” e non “un valore umano” l’arrivo di migliaia di disperati sul territorio italiano.


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