E’ durato oltre tre ore l’interrogatorio del governatore della Sicilia, Raffaele Lombardo, ascoltato dal sostituto procuratore della Repubblica di Enna Marina Ingoglia nell’ambito dell’inchiesta sulla miniera di Pasquasia in cui è indagato, insieme ad altri due assessori della sua giunta, per disastro ambientale. “Abbiamo esibito il materiale in nostro possesso e collaborato in maniera totale e credo esaustiva all’accertamento delle responsabilità”, ha detto Lombardo al termine dell’interrogatorio”. Il governatore ha fatto riferimento a una sorgente radioattiva, rilevata a 300 metri di profondità, che potrebbe essere collegata ad alcuni esperimenti condotti dall’Enea prima della chiusura della miniera.
“Se uno legge o apprende dell’esistenza di una sorgente radioattiva – ha osservato – è chiaro che non può rispondere sulla ripresa dell’attività estrattiva che deve essere priva di rischi per le persone che vi operano”. Riguardo alle cause di questo rischio radioattivo, Lombardo ha detto: “Non so di chi sia la responsabilità ma non c’é dubbio che i responsabili dovranno dare una risposta non solo alla autorità giudiziaria ma anche alla comunità”. Prima del ’92, anno della chiusura della miniera di Pasquasia, l’Enea avrebbe collocato in alcune gallerie minerali radioattivi come il torio per testare la tenuta dei terreni alla permeabilità delle radiazioni. Il pentito di mafia Leonardo Messina aveva inoltre dichiarato che nella miniera sarebbero state stoccate scorie radioattive provenienti da Paesi dell’Est; una notizia che non ha trovato mai alcuna conferma scientifica.