Patente a punti per le imprese |La proposta della cassa edile - Live Sicilia

Patente a punti per le imprese |La proposta della cassa edile

A lanciare l'idea Fabio Sanfratello, presidente della cassa edile di Palermo, secondo cui la patente a punti potrebbe costituire un efficace deterrente contro quelli che definisce "episodi di vera inciviltà e di distorsione delle principali e basilari regole di concorrenza".

lavoro nero
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PALERMO – Una patente a punti per le imprese che operano nel settore edile. A lanciare la proposta il presidente della cassa edile di Palermo, Fabio Sanfratello che commenta così la scoperta del cantiere a Bagheria con dodici lavoratori in nero: “Sarebbe opportuno applicare al più presto la cosiddetta ‘patente a punti’ per le imprese, in modo da scoraggiare ancora di più questi episodi di vera inciviltà e di distorsione delle principali e basilari regole di concorrenza. Sarebbe un modo per dare più certezza alle imprese edili palermitane sane, che ancora oggi con tanto coraggio e sacrificio resistono a un periodo di crisi del settore mai visto prima. Il cantiere edile scoperto a Bagheria dalle Fiamme gialle con dodici lavoratori irregolari su tredici è solo la punta dell’iceberg rispetto al fenomeno dilagante del lavoro nero che acuisce le difficoltà di un settore già in ginocchio come quello delle costruzioni. E’ necessario inasprire le sanzioni per chi trasgredisce le regole, sfrutta i lavoratori e vizia il mercato dell’edilizia”.

“Troviamo paradossale – aggiunge Sanfratello – che a chi viola così palesemente le regole del mercato del lavoro e valica gli argini della legalità sia consentito di sanare la propria posizione con il pagamento di una semplice contravvenzione”.

Dello stesso avviso anche il presidente dell’Ance Palermo, Giuseppe Di Giovanna, secondo cui “quello che è successo a Bagheria è inaccettabile su tutti i fronti. E’ inaccettabile che un imprenditore che sfrutta lavoratori in nero possa cavarsela solo pagando una multa. E’ inaccettabile che il nostro Stato consenta a chi viola le regole di continuare a lavorare come se nulla fosse successo”.

“Secondo la legge – prosegue Di Giovanna – un imprenditore che ha sempre rispettato le regole e pagato le tasse è uguale ad uno che le evade e sfrutta il lavoro altrui, purché quest’ultimo, se scoperto, paghi un’ammenda. Tutto ciò è inaccettabile perché non è ammissibile che, di fronte allo Stato, alla fine queste due persone siano uguali. A cosa servono allora tutte le lotte che noi imprenditori stiamo facendo per ripristinare e mantenere la legalità all’interno della nostra categoria? Questi sfruttatori, questi sedicenti imprenditori che abusano del lavoro altrui e avvelenano il mercato, devono essere messi al bando. Non è possibile che si dia loro la possibilità di rimediare dopo che vengono scoperti perché tutto ciò può finire col legittimare comportamenti estremamente dannosi e pericolosi. Non è tollerabile che imprenditori di questo tipo siano nostri concorrenti sul libero mercato”.

“Colpevole, a nostro avviso – continua il presidente di Ance Palermo – è non solo l’imprenditore che si avvale di manodopera in nero ma anche chi affida i lavori a questa impresa senza fare le giuste verifiche. Del resto, basta poco per rendersi conto che un’impresa con un solo lavoratore in regola dovrebbe avere delle difficoltà nella gestione di un appalto. Fino a quando ci sarà questa rete di connivenze, per tutelarci potremo affidarci solo alla legge – conclude – ma è necessario che questa legge preveda una più giusta e severa sanzione e non una semplice multa salva-cantiere”.


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