PALERMO – La Sicilia nelle mani delle multinazionali straniere o delle aziende del Nord Italia. E un programma, il “Patto dei sindaci”, affidato alla gestione di consulenti esterni, al posto degli esperti, già selezionati, e pagati dall’Europa. Un siluro, quello della Cgil, lanciato dritto contro il governo Crocetta, responsabile non solo di non aver invertito la rotta (che aveva già portato a risultati deludenti e alla perdita di milioni di euro di finanziamenti) tracciata dal precedente esecutivo, ma di aver persino a perto a nuovi “affari” che non riguarderanno i siciliani.
Il sindacato, culturalmente vicino al presidente della Regione non risparmia quindi critiche feroci. E mette tutto nero su bianco, in un dossier sulla gestione dell’Energia che non lascia spazio a molti dubbi. “Siamo – si legge nel dossier – alla politica degli annunci che si contrappone alla politica della serietà e dalla capacità politica di attuare scelte strategiche e capacità amministrativa di programmare, pianificare ed attuare azioni concrete”. Chiacchiere, insomma. Fatti zero.
“Non possiamo permetterci- l’attacco del segretario regionale Cgil Michele Pagliaro – di andare con questi presupposti alla prossima programmazione europea, bisogna che la regione definisca presto in un nuovo Piano energetico obiettivi e azioni conseguenti, così come bisogna dare al settore delle energie rinnovabili regole certe e trasparenti, mettendo fine per questa strada ai contenziosi e alle polemiche sulle autorizzazioni. Bisogna fare il necessario – ha aggiunto- per evitare che un ambito importante e di prospettiva come questo diventi terreno di speculazione e spazio libero per gli affaristi”.
E il rischio di speculazioni e affari starebbe dietro il tanto decantato “Patto dei sindaci”. Un progetto di utilizzo delle energie rinnovabili in Sicilia che potrebbe portare nell’ISola – stando a varie dichiarazioni del presidente Crocetta – qualcosa come cinque miliardi di euro. Una cifra che la Cgil non esita a definire “fantomatica”. E, anzi, il sindacato alza il velo sulle possibili conseguenze di una gestione poco “attenta” del Patto dei Sindaci. “Un progetto, – scrive la Cgil – che da mesi è stato ampiamente annunciato e tante volte modificato intercalandolo con promesse di assunzioni di migliaia di giovani che contiene interventi per la redazione dei Piani di Azione per l’Energia Sostenibile (PAES) e degli audit energetici, per l’assistenza tecnica, per costituire un Fondo di garanzia per l’accesso al credito per le Esco (Energy Service Company). Si corre il rischio – si legge sempre nel dossier – con una gestione così “dirigistica” di produrre, da una parte Paes che rimangano carta straccia senza che le Amministrazioni siano in grado di sviluppare le azioni per raggiungere gli obiettivi europei, dall’altra di favorire l’arrivo di Esco multinazionali e/o non effettivamente siciliane e non consentendo l’accesso al bando alle piccole ditte locali”.
Le Esco, per intenderci, sono società che effettuano interventi finalizzati a migliorare l’efficienza energetica, assumendo su di sé il rischio dell’iniziativa al posto del cliente finale (in questo caso i Comuni). Ma i bandi per la predisposizione dei Paes – secondo la Cgil – presuppongono interventi così costosi da escludere, di fatto, le piccole ditte locali. E aprendo quindi ad aziende multinazionali. E soprattutto del Nord Italia.
Ma i dubbi sul Patto dei sindaci non si fermano qui. Secondo la Cgil, infatti, il governo Crocetta ha ignorato una selezione per 14 esperti nel settore, avviata addirittura più di due anni fa e già di fatto conclusa, per affidarsi invece ad alcuni consulenti esterni. Si tratta di fedelissimi del governatore. Antonello Pezzini, Rosario Lanzafame e Salvatore Lupo, infatti, sono consulenti del governatore col compito proprio di occuparsi dell’”elaborazione dei necessari indirizzi strategici per la corretta programmazione dell’utilizzo delle risorse economiche, provenienti dalla riprogrammazione delle dotazioni del Po Fesr Sicilia 2007/2013, destinate a finanziare l’iniziativa ‘Patto dei Sindaci’”. Consulenze via via rinnovate e prorogate. “Hanno partecipato al bando 14 nomi di spicco – ha spiegato Alfio La Rosa, responsabile del dipartimento territorio e ambiente della Cgil Sicilia- ma la Regione ha preferito fermare tutto e nominare tre consulenti esterni che di fatto non hanno prodotto nulla di concreto”. Tre consulenti inizialmente individuati come componenti della “cabina di regia”. Un’altra “finzione”, secondo la Cgil. “L’attuale Giunta regionale, in effetti, con deliberazione del 30 novembre 2012 – si legge nel dossier – ha costituito finalmente una Cabina di regia composta da assessori regionali, o loro delegati, dai rami dell’amministrazione regionale e che con successivo provvedimento ne saranno definite la composizione e le modalità di funzionamento ad oggi non esiste alcun provvedimento finalizzato a formalizzare la costituzione della Cabina di Regia. Invece, si continua ad utilizzare e prolungare le consulenze ad ‘esperti esterni’ all’Amministrazione che sono diventati ‘cabina di regia’”.
Per farla breve, la Regione rinuncia a 14 tra i migliori esperti sul campo, per di più pagati dall’Europa sotto la voce “assistenza tecnica”, e preferisce rivolgersi ad esterni retribuiti con fondi regionali. Una “cabina di regia” che nulla ha a che vedere con quella individuata dalla Regione mesi fa e composta, sulla carta, da rappresentanti dei vari assessorati. Una vicenda, quella dei 14 esperti “congelati” dalla Regione, finita recentemente al centro di un’accesa polemica tra il presidente della Commissione attività produttive e deputato Pd Bruno Marziano e l’assessore all’Energia Nicolò Marino. “Il dirigente che stava per concludere l’iter – ha raccontato Marino – è stato trasferito per punizione all’ente minerario di Catania”. La Regione preferisce i propri “esperti”.