Payback sui dispositivi medici, imprese della sanità nel panico - Live Sicilia

Payback sui dispositivi medici, imprese della sanità nel panico

Le Pmi fornitrici di dispositivi medici dovranno pagare entro il 12 gennaio. Il decreto e le cifre dovute per il quadriennio 2015-2018

PALERMO – Le piccole e medie imprese fornitrici di dispositivi medici sul piede di guerra per il varo della norma sul payback. Non è stato un bel regalo di Natale il decreto attuativo varato dal governo Meloni e recepito in tempi record anche dalla Sicilia lo scorso 13 dicembre.

Nel giorno di Santa Lucia l’assessore regionale alla Sanità Giovanna Volo ha firmato, infatti, il decreto attuativo della norma nazionale che impone alle aziende di ripianare il 50% dello sforamento effettuato dalle Regioni rispetto al tetto del 4,4% di spesa pubblica previsto per i dispositivi medici.

In sintesi, entro il 12 gennaio centinaia di piccole e medie imprese siciliane fornitrici di dispositivi medici dovranno versare alla Regione milioni di euro per il quadriennio 2015-2018.

La norma sul payback è nata nel 2015, ma è rimasta inapplicata fino alla pubblicazione dello scorso 15 settembre in Gazzetta Ufficiale, del decreto attuativo, con cui è stato certificato il superamento dei tetti per il periodo 2015-2018 e quindi le somme che le aziende dovranno ripianare entro metà gennaio 2023.

Da qui la grande celerità con cui le Regioni, compresa la Sicilia, hanno proceduto a emettere i decreti attuativi per incassare le risorse entro metà gennaio, il 12 per le aziende siciliane. Una tegola economica che ha provocato il panico tra le aziende che si troveranno a dover sborsare cifre a più zeri nei confronti delle casse pubbliche e in tempi strettissimi.

La protesta sta dilagando in Sicilia e in tutta Italia, tanto che il 21 dicembre, a Roma, circa 200 aziende hanno manifestato il proprio dissenso nei confronti del governo chiedendo la cancellazione di una norma che rischia di mettere in ginocchio il settore e le forniture, la sopravvivenza di molte piccole imprese e migliaia di posti di lavoro. La norma secondo gli imprenditori mette a rischio la sostenibilità delle imprese perché colpisce il fatturato, chiedendo di ripianare ingenti somme senza tenere conto dell’Iva e delle tasse che sono già state versate.

Inoltre, le somme da versare sono calcolate sul fatturato inserito su bilanci di esercizio già chiusi e depositati. E tra i problemi più rilevanti dal punto di vista etico e legale è che le forniture di dispositivi sanitari effettuate sono frutto di contratti e gare d’appalto aggiudicate al prezzo più basso, in cui le aziende nel formulare le offerte non hanno tenuto conto di questo costo.

Ecco gli elenchi e le cifre del payback per le aziende siciliane delle forniture sanitarie suddivise per anno.


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