"Pazienti dirottati nelle cliniche" | Oncologa deve pagare i danni - Live Sicilia

“Pazienti dirottati nelle cliniche” | Oncologa deve pagare i danni

Sborserà più di 50 mila euro al Policlinico di Palermo.

PALERMO – “Emerge con assoluta chiarezza che il rapporto di lavoro del dirigente medico in regime di intramoenia, contemporaneamente ricercatore universitario a tempo pieno, è connotato da una generale incompatibilità allo svolgimento della libera professione e che la disciplina di settore intende assicurare la totale disponibilità del medico allo svolgimento delle funzioni dirigenziali evitando possibili conflitti di interessi o forme di concorrenza sleale”.

Si tratta del cuore della sentenza con cui la Corte dei Conti ha condannato Maria Rosaria Valerio, oncologo del Policlinico, a risarcire all’Università e all’ospedale 57 mila euro il danno erariale provocato. Il collegio presieduto da Luciana Savagnone ha accolto la ricostruzione della procura regionale, anche se i pm contabili chiedevano una cifra più alta: 190 mila euro.

Un “accordo scellerato” per dirottare i pazienti dagli ospedali pubblici alle cliniche private. Era uno spaccato disarmante della sanità palermitana quello tracciato dai giudici nelle motivazioni della sentenza penale al processo che nel novembre 2015 vide cadere le accuse di corruzione e concussione, riqualificate in abuso d’ufficio, ma reggere le ipotesi di truffa e falso. Il risultato fu l’assoluzione dei vertici della clinica La Maddalena e la condanna di quelli della Latteri e della Pasqualino Noto. Tutte le strutture sanitarie uscirono pulite dal processo che le vedeva imputate di una serie di reati amministrativi per avere falsificato i Drg, i sistemi di certificazioni della spesa sanitaria.

Discorso diverso per il presunto dirottamento dei pazienti. “Le acquisizioni processuali hanno dato piena contezza della sistematica commissione, da parte della Valerio in concorso con gli altri coimputati di una serie di condotte illecite – scrivevano i giudici del processo penale – consistite nel mirato dirottamento di un gran numero di pazienti dal reparto del Policlinico presso il quale prestava servizio, alla casa di cura Latteri. Le numerose intercettazioni hanno permesso, altresì, di svelare che alla base di tale illecita attività di sviamento dei pazienti vi era un accordo criminoso, finalizzato alla realizzazione di vicendevoli ed indebiti profitti economici”.

Il dirottamento dei pazienti sarebbe avvenuto dal 2007 al 2009. Valerio è stata condannata a cinque anni per truffa. Entrambe le sentenze, penale e contabile, sono di primo grado e potrebbero essere ribaltate in appello. In sede contabile Valerio si è difesa sostenendo “l’insussistenza nella propria condotta dell’elemento psicologico del dolo e della colpa grave nonché la mancanza del nesso causale tra la condotta tenuta e il danno contestatole”.

Ed ancora: che “i saltuari rapporti con la clinica Latteri, presso la quale ella aveva prestato servizio prima della formalizzazione dell’incarico presso la struttura pubblica, erano motivati dalla volontà di seguire il decorso clinico dei pazienti che aveva avuto in cura per diversi anni, con la precisazione che si era trattato di consulenza svolta a titolo gratuito. Al riguardo, riferiva che il reparto di oncologia medica del Policlinico era notoriamente inadeguato, sotto vari profili, per come attestato dai rapporti delle ispezioni svolte dai preposti organi di controllo”.

Insomma, non aveva dirottato i pazienti per fini di lucro e i soldi che le aveva versato la clinica privata riguardavano un periodo precedente al 2007. Tesi difensive che non hanno convinto il collegio. Da qui la condanna.

 


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI