Pd, Bonaccini: "Per il Sud servono proposte concrete" - Live Sicilia

Pd, Bonaccini: “Per il Sud servono proposte concrete”

In campo per le Primarie, oggi farà tappa a Catania, Messina. Ragusa e Siracusa.

CATANIA – “Oggi vedo il Pd a un bivio fondamentale: se non svoltiamo, se non lo riportiamo tra le persone, con un linguaggio popolare e un messaggio comprensibile, rischiamo che diventi irrilevante”. Il presidente della regione Emilia Romagna, Stefano Bonaccini lancia il guanto di sfida alla corsa per la segreteria nazionale del Pd. Il tour elettorale prosegue oggi con tre tappe siciliane: Messina, Catania, Ragusa e Siracusa.

Bonaccini, partiamo dalle ragioni che l’hanno spinta a scendere in campo.

Provengo da una famiglia molto umile: padre camionista e madre operaia tessile, da Campogalliano, il paese alle porte di Modena dove ancora abito, in casa avevamo come riferimento Enrico Berlinguer e fin da giovane per me l’impegno politico è stato parte della mia vita. Oggi vedo il Pd a un bivio fondamentale: se non svoltiamo, se non lo riportiamo tra le persone, con un linguaggio popolare e un messaggio comprensibile, rischiamo che diventi irrilevante. Una prospettiva persino peggiore della sua scomparsa. Ecco perché, con l’aiuto di tantissimi ho scelto di candidarmi. Per l’affetto che provo per questa comunità politica e per restituire ciò che in 30 anni e passa di impegno mi ha dato. Ovvero tantissimo.

Negli ultimi anni il PD in Sicilia ha subito l’effetto “porte girevoli” pensa di poter invertire la tendenza?

Non entro in dinamiche che meritano una analisi specifica che sicuramente andrà fatta. Certo chiederò coerenza e serietà. 

Autonomia differenziata. Non era un suo cavallo di battaglia? Che cosa non la convince del provvedimento di Calderoli?

Il disegno di legge Calderoli spacca il Paese e penalizza il Sud: siamo pronti a mobilitarci per dire no. E basta leggere la nostra proposta per capire immediatamente che stiamo parlando di due provvedimenti incompatibili. La Lega e Calderoli prevedono il recupero dei residui fiscali e comprendono materie come sanità e istruzione che devono rimanere statali, a meno di non voler sfidare il senso del ridicolo e presentare venti sistemi scolastici differenti, uno per regione. La proposta dell’Emilia-Romagna, coerente con la posizione del Pd nazionale, fin dall’inizio è stata condivisa con enti locali e parti sociali e in Consiglio regionale non ha mai fatto registrare un solo voto contrario. E ripeto, per il Pd ci sono prerequisiti obbligatori senza i quali non si può procedere: legge quadro valida per tutte le Regioni, coinvolgimento del Parlamento, definizione prima dei livelli essenziali delle prestazioni da garantire allo stesso modo in tutto il Paese e risorse per realizzarli. La buona autonomia è quella che mette Regioni e Comuni nelle condizioni di dare risposte a cittadini, famiglie, imprese, semplifica e garantisce certezza di fondi: il Paese deve poter viaggiare tutto alla stessa velocità, non a diverse come avviene oggi.

Un Pd a guida Bonaccini che politiche propugnerebbe per il Mezzogiorno?

Quasi due mesi fa ho voluto iniziare il mio tour di ascolto proprio dal Sud, perché ritengo la questione meridionale una priorità del Paese. Ho già visitato tutte le regioni del Mezzogiorno e tornerò anche nei prossimi giorni, come oggi in Sicilia. Il Sud che cresce fa bene a tutto il Paese. Nel mio programma ci sono già proposte concrete: taglio del 30% del carico fiscale per le nuove assunzioni, un pacchetto burocrazia zero per chi apre o amplia la propria attività, nuove infrastrutture come l’alta velocità sulla dorsale adriatica e una logistica internazionale. Misure e opere realizzabili, non slogan da comizi.

Nodo alleanze. Dove deve guardare il Pd? Alla sua destra o alla sua sinistra?

Il Pd deve innanzitutto rafforzare la propria identità. Se sarò segretario, alzeremo barricate a difesa della sanità e della scuola pubblica, sotto attacco come non mai da questa destra. La nostra ossessione sarà il lavoro e come tutelarlo, tagliando le tasse che rendono poco convenienti le assunzioni e combattendo la precarietà, che va resa meno conveniente lavoro fisso. Infine, l’ambiente: bisogna investire senza un domani sulle rinnovabili, di fronte a un governo che fa finta di non vedere la drammatica questione ambientale che rischia di togliere un futuro alle nuove generazioni. Verrà il tempo delle alleanze, che per quanto mi riguarda andranno siglate solo sui programmi e non per convenienza. A Terzo Polo e M5s dico solo una cosa: la smettano di fare più opposizione al Pd che al governo, perché così consegnano il Paese a Giorgia Meloni per altri vent’anni. Sanno benissimo che senza Pd non ci può essere alcuna alternativa credibile.


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