PALERMO – Sarà la Commissione regionale di garanzia del Partito democratico a decidere sui ricorsi presentati contro l’avvio dell’iter congressuale in Sicilia. A stabilirlo è la Commissione nazionale di garanzia, presieduta da Stefania Gasparini, che era stata investita della questione dalle istanze presentate dal legale messinese Giuseppe Vitarelli e da diversi esponenti dem, con in testa il deputato regionale Giovanni Burtone.
Pd, la lettera da Roma
I probiviri romani, inoltre, evidenziano di non avere mai espresso “alcun parere” sul Regolamento congressuale del Pd Sicilia. La lettera firmata da Gasparini riporta il calendario ai giorni di gennaio 2025, quando in casa Pd scoppiò il caso delle regole per il congresso primaverile. Barbagallo in un’intervista sostenne che il documento aveva ricevuto “la bollinatura” da Roma e che quindi sarebbe stato sottoposto regolarmente al voto dell’assemblea.
Lo scontro dell’assemblea regionale
Erano i giorni della lotta tra il segretario, sostenitore di norme che dessero voce soltanto ai tesserati per la scelta della nuova guida del partito in Sicilia, e l’ala a lui contraria che chiedeva primarie aperte. Vinse Barbagallo in una assemblea caratterizzata da una fortissima tensione e ora quella vicenda riemerge.
Gli ultimi colpi di scena
Il congresso del Pd siciliano prosegue così tra colpi di scena. Prima la proposta di Antonello Cracolici, che ha poi ritirato la sua disponibilità a correre per la segreteria a fronte dei mancati segnali da Roma, poi l’Aventino deciso dagli altri componenti dello schieramento avverso a Barbagallo. “Non partecipiamo al congresso”, è stato il messaggio inviato alla segreteria nazionale.
Ricorsi in casa Pd, parola alla Sicilia
A questo punto i due ricorsi, ai quali Barbagallo ha opposto le sue memorie difensive, passano sul tavolo della Commissione regionale di garanzia, presieduta da Filippo Marciante. Gli atti sono stati trasmessi da Roma a Palermo e ora si attende il responso.