Pd, scontro ad alta tensione: botta e risposta Bianco-Leone

Pd, scontro ad alta tensione: botta e risposta Bianco-Leone

Due esponenti democratici, Vanin e Crocitti, denunciano il mancato coinvolgimento di Bianco nella corsa a primo cittadino. Secca la replica: "Scelga tra io e noi".
AMMINISTRATIVE E NERVI TESI
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CATANIA – Un'”imposizione autarchica”, presa senza coinvolgere né informare gli organi del partito: è la dura presa di posizione di Elisabetta Vanin e Mario Crocitti, rispettivamente componenti dell’Assemblea nazionale e di quella provinciale del Partito democratico, sulla conferma di Maurizio Caserta a candidato sindaco dei democratici alle prossime amministrative catanesi.

Affermazioni riprese subito dopo, e siamo a tre giorni fa, dal candidato sindaco Enzo Bianco: “Condivido il pensiero di Elisabetta Vanin, componente dell’assemblea nazionale del Pd – ha scritto sulla sua pagina social – in merito all’atteggiamento che da diversi mesi, ormai, tiene nei miei confronti il segretario regionale del Pd, Anthony Barbagallo, per motivi di carattere puramente personale, che nulla hanno a che vedere con la politica”. Da lì Bianco ha, poi, ripreso l’ittero intervento della Vanin.

Ai due ha replicato a stretto giro di posta la segretaria del Pd Maria Grazia Leone con una nota: “Bianco scelga fra l’io e il noi. Fra l’interesse del singolo e l’interesse della sua comunità”.

La nota di Vanin e Crocitti

Ma cosa dicono Vanin e Crocitti? Ecco la ricostruzione dei passaggi essenziali.
È tutta colpa di un caffè. Quello che parrebbe non essere stato preso da Enzo Bianco con la segretaria provinciale del Partito Democratico Maria Grazia Leone. Quindi, dopo quello della crostata, dell’arancino e della triglia, il mancato patto del caffè ha indotto il Pd nostrano a decidere, nel corso dell’ultima Assemblea provinciale, la candidatura a sindaco di Maurizio Caserta”.

“Imposizione autarchica”

Ed ancora: “Il punto, però, è che questa candidatura è stata decisa e imposta in maniera autarchica dal segretario regionale Anthony Barbagallo che, come ha sempre fatto negli ultimi mesi, non ha né coinvolto né informato tutti gli organi del partito. Da tenere in considerazione che i membri dell’Assemblea sono 100. A questi si aggiungono i 60 membri della direzione. Oggi hanno votato in 69, gli altri, cioè praticamente metà non sono mai andati a questa riunione per ratificare scelte già prese o sono andati via per protesta.

Insomma, da parte dei vertici locali del Pd c’è stato comportamento assolutamente stridente con quanto affermato dalla segretaria nazionale, Elly Schlein, di volere “estirpare capibastone e cacicchi delle tessere” e “niente più spartizione a tavolino dei ruoli dirigenti”. La decisione di sostenere la candidatura a sindaco di Catania di Maurizio Caserta sembra però essere frutto proprio degli atteggiamenti denunciati da Schlein”.

“Non esiste più dibattito nel Pd siciliano”

C’è, poi, la stoccata vera o presunta all’assenza di dibattito all’interno del partito:Caserta, inoltre, pur essendo brava persona e docente preparato, storicamente non appartiene concettualmente al Pd; anzi, lo ebbe duramente a criticare in passato e, in particolare, durante le amministrative del 2013 e anche dopo. Il 12 novembre 2015, ad esempio, “Officine culturali” organizzò un dibattito con gli esponenti dell’opposizione al Pd ed a Bianco: Nello Musumeci, Giulia Grillo del Movimento 5 Stelle, Matteo Iannitti di Catania Bene Comune, Maurizio Caserta e Niccolò Notarbartolo”.

Le conversioni, però, fanno parte della politica e non è questo che fa gridare allo scandalo. Lo scandalo consiste nel fatto che non ci sia più dibattito all’interno del Pd siciliano, che si mortifichino le storie personali degli esponenti di primo piano, che le decisioni vengono prese dall’alto all’intero delle “secrete” stanze”, che il livello culturale del partito sia sceso a livello infimo e che la “foglia di fico” rappresentata da un docente brillante come Caserta non serve a coprire”.

La candidatura Bianco

Ed infine: La candidatura di Enzo Bianco non è stata neppure presa in considerazione e dibattuta. È stata bocciata a priori. Eppure diversi interventi in sede di Assemblea provinciale avevano sottolineato il fatto che “dinnanzi ad un malato grave occorre un medico esperto” ed avevano auspicato che a differenza del 2013 e in particolare del 2018 (quando il Pd non presentò neppure la sua lista alle comunali catanesi) il partito potesse svolgere un ruolo di prezioso sostegno a tutti i livelli. La candidatura di Bianco poteva anche essere bocciata ma alla luce di un dibattito che invece non c’è stato”.

Il Pd si è quindi consegnato ad un candidato sindaco che lo ha nel passato contestato e combattuto, all’estrema sinistra catanese che ha fatto e detto ancor peggio e a quella parte del Movimento 5 Stelle di cui è stato acerrimo nemico. Con una buona pace dei moderati catanesi e della teoria del “terzo che non conta”, secondo la definizione di Peter Glotz, il teorico della socialdemocrazia tedesca. Ma forse questo è un argomento troppo complesso per essere compreso dall’attuale classe dirigente locale del Partito Democratico”.

In conclusione, ovviamente Bianco si candida a guida di un importante progetto civico, cui stanno aderendo importanti personalità della Città (tra i primi Giancarlo Cancelleri) ed altre significative adesioni sono annunciate nei prossimi giorni. Una lista civica aperta al contributo di forze riformiste, progressiste e moderate”.

La replica della segretaria PD

La risposta del Segretario provinciale, Maria Grazia Leone, è di quelle roboanti: “Bianco scelga fra l’io e il noi. Fra l’interesse del singolo e l’interesse della sua comunità. Spiace la sua assenza di oggi, spiace che abbia perso anche questa occasione di confronto. Spiace che non abbia partecipato nemmeno questa volta. Spiace che non vengano riportate dalla Vanin, assente anche lei, le oltre 4 ore di confronto di stamattina, in cui si è dato spazio ai sostenitori di Bianco. Anche a quelli non iscritti a PD”.

A proposito di “segrete stanze” tutti ricordano – ad esempio – la riunione aperta, dibattuta e partecipata, fulgido esempio di democrazia partecipata, in cui è stata eletta la Segretaria Cittadina Elisabetta Vanin. Non ci sorprende, di conseguenza, che chi ha in mente quel tipo di partito si autocandidi alla guida della città senza confrontarsi col partito cui “dice” di appartenere”.

L’assemblea provinciale

Una questione tutta interna al partito ed alla quale la numero uno provinciale del Pd, non lascia spazio ad alcuna interpretazione. Ecco il resto della nota:
Non stupisce d’altronde che di una relazione votata all’unanimità dei presenti, sia rimasto alle orecchie e alla memoria degli assenti solo il ricordo del caffè. Ma da chi non è di casa nelle assemblee di partito, ai tavoli partecipati e ai congressi, non ci aspettavamo nulla di diverso.

L’assemblea Provinciale stamattina ha detto cose chiare, Enzo Bianco se vuole comportarsi -veramente- da padre nobile di questo partito si faccia amico dei suoi militanti, si metta a disposizione del suo partito per una volta, venga a capitanare la lista del PD e faccia adesso pratica di quel ricambio generazionale che promette, sì, ma solo a partire dal 2028.

Come si può pretendere di fare credere ad un’intera città mortificata da un’amministrazione di destra, che per vincere la destra e governare il cambiamento servano altre cento sfumature di destra? Come si può pretendere che un intero partito a trazione Schlein, si possa rassegnare al racconto di chi rimane completamente incurante davanti alla sete di rinnovamento che si leva dal centrosinistra e dall’intera città?

Rinnovamento, legalità e discontinuità amministrativa, sono contemplate dal progetto Bianco? Chi ha aderito a questo progetto? Dove sono i manifesti? Quali simboli porta in dote? Dopo avere parlato con Cuffaro, con De Luca e con Cancelleri, il 24 marzo si è ricordato del Partito Democratico.

Quanto al caffè, se proprio non gli andava il caffè con la Segretaria, poteva pure affidare le sue ambizioni elettorali e i suoi progetti politici all’amaro con quelli che chiama gli “esponenti di primo piano” di questo partito. Ma nemmeno questo c’è stato.

La sostanza politica delle nostre scelte, comunque, non sarebbe cambiata. Cosa che, dopo i 69 voti favorevoli su 69 di questa mattina, sembra a tutti più chiara che mai”.


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