Pd, presentati due ricorsi| Mangano: "Si faccia luce" - Live Sicilia

Pd, presentati due ricorsi| Mangano: “Si faccia luce”

Dopo la decisione di annullare i congressi di circolo di Santa Maria di Licodia e Picanello, arrivano i ricorsi e si riaprono le lotte intestine. Sotto accusa la mancata “imparzialità” della commissione provinciale di Catania.

verso il congresso
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CATANIA – Doveva essere un congresso all’insegna dell’unità, invece passerà alla storia come il congresso dei ricorsi, dei veleni e delle tessere di dubbia provenienza. La fotografia del Pd etneo è quanto mai sbiadita. Dopo la decisione di annullare i congressi di circolo di Santa Maria di Licodia e Picanello, arrivano i ricorsi e si riaprono le lotte intestine. Stamane, il candidato Mauro Mangano ha tenuto una conferenza stampa per fare luce sulle vicende che negli ultimi giorni stanno agitando i dirigenti democratici. Al centro delle accuse dei sostenitori del sindaco di Paternò c’è l’operato della commissione che deve vigilare sul congresso provinciale. “La commissione ha deliberato in modo politico annullando i congressi già svolti, quelli in cui Mangano aveva ottenuto un successo di partecipazione”. Giuseppe Aiello taglia la testa al toro. “In commissione vi è una lotta che ha determinato il ritiro per protesta della delegazione a sostegno di Mauro Mangano”, dice Aiello (membro della stessa).

Il sottosegretario Giuseppe Berretta ribadisce “l’esigenza di proseguire il congresso nel rispetto delle regole” e cassa qualunque ipotesi di commissariamento. Poi un mezzo affondo. “C’è stata una reazione scomposta da parte di chi riteneva di avere la strada in discesa e ha pensato di metterci i bastoni fra le ruote”. Berretta considera “abnormi” le scelte della commissione provinciale e spera nel giudizio della Commissione Regionale per il congresso che si riunirà nel pomeriggio di oggi.

Dello stesso tono l’intervento del novello “rottamatore” Gianfranco Vullo: “Evidentemente -dice- abbiamo dato fastidio a qualche manovratore”. Poi è toccato a Gianni Villari, eletto segretario del circolo di Ognina-Picanello, dire la sua. Sulla commissione di garanzia è durissimo. “ Da organo di garanzia si è trasformato in organo politico di parte”, tuona. Il congresso che lo ha eletto, con 135 voti, è stato annullato a causa del “clima di grande confusione e tensione generalizzata”. Villari non fa mistero di avere presentato, il giorno del congresso, un assegno per “saldare la quota provinciale per conto dei tesserati e per lasciare traccia del pagamento”.

A questo punto il nodo delle regole congressuali torna alla ribalta. Infatti, è possibile votare anche durante lo svolgimento delle votazioni. Da questa regola bizzarra, a cascata, stanno venendo fuori una serie di meccanismi perversi ma “previsti”. “Abbiamo giocato secondo le regole della partita”, dice Mangano. “Regole che non abbiamo scritto e che non ci piacciono”, chiarisce il sindaco di Paternò. Chi dovrebbe vigilare non lo sta facendo. Mangano spiega che la commissione è costituita in maggioranza da sostenitori dell’altro candidato, secondo un rapporto di “nove a sei”. “Non è una commissione di garanzia”, asserisce. La prova a supporto della sua accusa consisterebbe nel fatto che, ancora prima che si votasse, il gruppo a supporto di Mangano aveva denunciato in commissione provinciale che le tessere venivano consegnate “ad amministratori, assessori, consiglieri e non ai segretari di circolo, come prevede lo statuto”. Dopo quella segnalazione, però, “nessuna verifica”.

Il resto è storia nota. Le votazioni, gli annullamenti e i ricorsi. Oggi la commissione regionale dirà l’ultima parola sui ricorsi che riguardano la “scelta illegittima di annullare i congressi” e il commissariamento della commissione provinciale per il Congresso di Catania, “priva dei necessari requisiti di terzietà e garanzia per lo svolgimento delle relative funzioni”. I ricorsi, inoltre, riguardano un terzo punto: “Escludere dalla partecipazione alle sedute della Commissione Regionale per il Congresso e della Commissione Regionale di Garanzia il Dottore Giacomo Torrisi”. Il dirigente democratico, componente della prima commissione e presidente della seconda, verserebbe in una “situazione di conflitto di interesse, a causa della candidatura del figlio Jacopo Torrisi alla carica di Segretario Provinciale di Catania”. Altra benzina sul fuoco. Il congresso è servito.


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