Il Pd siciliano diviso, Matteo Orfini: "Barbagallo faccia un passo indietro"

Il Pd siciliano diviso, Matteo Orfini: “Barbagallo faccia un passo indietro”

Il 'giovane turco', gli equilibri regionali e lo stallo' del partito

PALERMO – “L’ho detto anche a lui personalmente, siamo in questa situazione perché non si è presa in considerazione la possibilità di discutere su un altro nome”. Matteo Orfini, già presidente e segretario Dem ad interim, ha una ricetta “veloce” per i problemi del Pd siciliano: le dimissioni del segretario regionale Anthony Barbagallo.

La tocca piano il “giovane turco”, punto di riferimento non solo culturale del Pd nazionale. Sullo sfondo ci sono gli equilibri regionali, un congresso finito tra le polemiche. L’intervista.

A luglio, a Catania, c’è stato l’evento ‘Cambia il Pd per cambiare la Sicilia’. Domanda secca, cosa è cambiato?
“In quell’evento io Stefano Bonaccini, Alessandro Alfieri e centinaia di persone avevamo posto dei temi politici, cioè l’esigenza di uscire da una paralisi in cui si è ficcato il Pd siciliano e di farlo con forti elementi di discontinuità, visto che negli ultimi anni la storia del Pd siciliano non è stata una storia di successi”.

L’appello è stato raccolto?
“Non mi sembra che questo appello sia stato raccolto, dato che la situazione è ancora di stallo. Non mi sembra che da parte del segretario regionale, cioè dell’altra parte del partito…”.

Fa questa precisazione per intendere che ci sono due Pd in Sicilia?
“Di fatto il partito è spaccato, diviso, nella totale impossibilità di assumere la funzione che dovrebbe svolgere, preparare le regionali e costruire un’alternativa alla destra, anche in Sicilia”.

Cioè al posto di esserci due Pd non ce n’è neanche uno?
“Il rischio è questo, una situazione come questa non consente di costruire una vittoria”.

Facciamo un altro passo indietro, andiamo al 2022, ottobre 2022, elezioni regionali. Dopo il responso delle urne la tocca ‘piano’ dicendo: “Barbagallo andrebbe commissariato”.
“Con Barbagallo ho un ottimo rapporto, non c’è nulla di personale. Ma in questi anni la storia del Pd è stata una storia di sconfitte alle regionali, con una candidatura sbagliata, segnalata, un risultato alle politiche molto negativo. Abbastanza modesto anche il voto alle Europee…”

Ma alle Europee, in determinati collegi elettorali, caratterizzati dalla presenza di alcuni esponenti del Pd, alcuni big, nelle urne è stata boicottata Elly Schlein: questo depone a favore di Barbagallo, agli occhi della segretaria
“Nella segretaria, pur con le divisioni, si riconosce tutto il partito, nel Pd la campagna elettorale è stata fatta con grande convinzione, si è sempre detto di votare la segretaria del Partito Democratico. Noi veniamo da una stagione non felice, di solito a fronte di una serie di una serie di insuccessi come questi si ragiona su come correggere quello che non ha funzionato, è normale che si vada a una discontinuità dei gruppi dirigenti”.

E invece in Sicilia tutto cambia affinché tutto resti com’è?
“Io credo che quello siciliano sia un caso più unico che raro. Dopo ciò che è successo, anche la citazione rischia di non essere appropriata, sostanzialmente non è cambiato niente. Il gruppo dirigente che ha prodotto questo risultato ripropone se stesso alla guida di una fase nuova, creando una condizione di totale stallo del partito”.

Però Barbagallo agita la bandiera della legittimazione da parte del congresso regionale
“Che come noto è ancora sub iudice, numerose le contestazioni sulla legittimità della convocazione di quel congresso e vedremo, quando l’iter dei ricorsi terminerà, cosa si stabilirà. Ma il fatto che siamo in questa condizione è un segno abbastanza preoccupante, che, ha ragione Bonaccini, dovrebbe porre qualche interrogativo a chi vuole guidarlo il Partito Democratico. Sono cresciuto in una scuola in cui mi hanno insegnato che se rischio di diventare ostacolo dell’unità, devo trovare una soluzione differente”.

Ai piani alti del Pd cosa si dice della Sicilia?
“Intanto ha recentemente parlato il presidente del Pd, che penso sia abbastanza influente, è una situazione probabilmente considerata spinosa dal gruppo dirigente del partito, per questo penso che si dovrebbe trovare una soluzione in Sicilia. Mi pare che su un’ipotesi diversa da quella attuale non sarebbe difficile costruire un accordo”.

Cioè dovrebbe fare un passo indietro Barbagallo?
“L’ho detto anche a lui personalmente, siamo in questa situazione perché non si è presa in considerazione la possibilità di discutere su un altro nome”.

Non c’erano candidati contrapposti a Barbagallo nel congresso
“Perché la modalità di convocazione del congresso non era ritenuta legittima”.

Quindi è un congresso fantasma?
“Un congresso a cui metà partito non ha partecipato, non spetta a me valutare i ricorsi, ci sono gli organismi di garanzia, penso sia inevitabile prendere atto che non è un congresso che rappresenta il partito”.

In questa discussione, che continua sostanzialmente dal 2022, il Pd rischia di perdere la possibilità di discutere dei temi politici che interessano alla gente
“E rischia anche di indebolire il ruolo di opposizione che dobbiamo costruire al governo regionale. Credo che sia molto semplice costruire una ripartenza, bisogna farlo da chi ha prodotto questo stallo, non voglio attribuire responsabilità solo a una persona”.

Quindi il Pd è prigioniero di se stesso?
“Siamo in un momento in cui dovremmo fare l’opposizione a Trump, a Meloni, a Schifani, alla destra siciliana, e in vece è sembrato a lungo che il Pd la facesse contro il proprio gruppo all’Ars, anche questo diventa abbastanza incomprensibile”.

Però il gruppo all’Ars si sedeva con la maggioranza, secondo una nota polemica, per distribuire le mancette
“Anche in questo caso mi sembra che il gruppo Ars abbia risposto nel merito, un conto è portare risorse utili ai propri territori, è tutto evidente che se sto in minoranza questa cosa passa solo col voto di maggioranza, cosa diversa è il consociativismo”.

L’inverno è caldo qui in Sicilia, in estate ci ritroveremo a parlare ancora di questo stallo? Potrebbe venirne fuori una serie da Netflix: ‘Come perdere facilmente’.
“Spero che si possa scrivere una storia completamente diversa, abbiamo bisogno di rinnovare e innovare. Dobbiamo ripartire su basi nuove, senza escludere nessuno, ma non possiamo ripartire dai protagonisti di questa storia di sconfitte. Dobbiamo fare un passo avanti, c’è bisogno che anche Barbagallo ponga il bene della comunità davanti alle aspirazioni individuali, o non ce ne usciamo”.

Tutto cambierà, per restare così?
“Speriamo di no! Dai! Ma così non si può andare avanti, questa vicenda qui non può proseguire ancora a lungo, già siamo in ritardo”.


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