Pd, sulle comunali si raccolgono i cocci - Live Sicilia

Pd, sulle comunali si raccolgono i cocci

La campagna elettorale per le amministrative di Palermo è appena iniziata e in casa Pd volano già i piatti. Davide Faraone vuole fare il sindaco. Lo ha detto, lo ha ripetuto, non accenna a fare mezzo passo indietro. Dentro il partito, intanto, in molti storcono il naso e sussurrano (tanti senza dirlo ad alta voce) di essere contrari alla scalata dell’ex capogruppo a sala delle Lapidi verso villa Niscemi.

Oggi Faraone torna sul tema delle frizioni interne al partito con una nota, pubblicata sul suo sito. “Mentre l’articolo 18 dello statuto dei lavoratori impedisce il loro licenziamento senza giusta causa – scrive Faraone – il Pd di Palermo, lo stesso articolo 18, ma dello statuto nazionale del partito, lo vuole utilizzare per impedirmi di candidarmi alle Primarie”.

Il j’accuse di Faraone prosegue riportando un episodio specifico: “Ho saputo che ieri, nella riunione di segreteria, qualche azzeccagarbugli si è appellato allo statuto nazionale e all’articolo 18 per ‘licenziarmi’. Ma cosa dice questo articolo? La norma riguarda la scelta dei candidati per le cariche istituzionali e rimanda al comma 4 dell’articolo 20, nel caso di primarie di coalizione. Gli iscritti al Partito Democratico – c’è scritto – possono avanzare la loro candidatura qualora essa sia stata sottoscritta da almeno il trentacinque per cento dei componenti dell’Assemblea del livello territoriale corrispondente, ovvero, da almeno il venti per cento degli iscritti nel relativo ambito territoriale. In parole povere nessun iscritto – accusa Faraone – al di fuori delle correnti del Pd potrebbe candidarsi senza la benedizione dei capi. Spero che il mio partito la finisca di fare l’azzeccagarbugli e di sventolare gli statuti solo per impedire la mia discesa in campo e cominci a parlare di politica e a sventolare i programmi per Palermo”.

Secca, la replica di Antonello Cracolici, capogruppo del Partito democratico all’Ars, che dapprima sorride, ammette di non voler dichiarare nulla, fa qualche battuta e poi dice: “Il Pd ha detto che farà le primarie di coalizione. Se a qualcuno questa ipotesi non piace, è libero di cambiare partito. Mi pare un modo assurdo di procedere. Vedo troppi piedini in giro”.

Arriva pure un comunicato ufficiale: “Le primarie sono uno strumento irrinunciabile perché iscritte nel codice genetico del Partito democratico e previste dal nostro statuto. Per questa ragione trovo incomprensibili le polemiche di questi giorni che fanno solo male al partito e rischiano di indebolirlo proprio a ridosso delle elezioni”. E’ una dichiarazione del segretario provinciale del Pd di Palermo, Enzo Di Girolamo, che ieri ha riunito la segreteria e avviato l’iter che porterà alle elezioni primarie, in vista delle amministrative del 2012. “Con la riunione della direzione provinciale convocata per il 23 settembre – dice Di Girolamo – avremo un quadro chiaro in merito alle alleanze che proveremo a costruire in vista delle prossime elezioni amministrative di Palermo e degli altri 36 comuni della provincia chiamati al voto”.

Insomma, la lotta intestina al partito sembra essere entrata nel vivo. Non resta che capire chi finirà col raccogliere i cocci rotti.


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