Pd, feste e tensioni. Barbagallo: "Gli avversari sono dall'altra parte"

Pd, feste e tensioni. Barbagallo: “Gli avversari sono dall’altra parte”

Il segretario regionale dei democratici, il clima nel partito e le prossime mosse

PALERMO – Le feste democratiche in Sicilia e le tensioni, non del tutto sopite. Il laboratorio per la coalizione e le strategie per la nuova stagione dell’Ars. Tra temi che dividono e uniscono. L’intervista a Anthony Barbagallo, segretario regionale del Pd che, dopo l’assenza alla festa dell’Unità di Palermo, per “impegni concomitanti”, manda un messaggio alla federazione.

Partito democratico, le feste sono quasi finite. Troppi impegni per essere a quella di Palermo?
“Abbiamo 35 feste, la segreteria regionale sta cercando di onorare tutti gli impegni garantendo la massima partecipazione e io sono stato e sono, in questi giorni, in altre feste provinciali. La federazione di Palermo sta veramente facendo un buon lavoro. Sottoscrivo il virgolettato che ha rilasciato Teresa Piccione al vostro giornale, tutti i dirigenti stanno cercando di assicurare il massimo impegno per dar voce a un partito plurale che copra tutti i territori”.

Ci sono ancora ricorsi pendenti, in che stato è il Pd?
“Siamo un partito democratico, non solo a parole, con organismi di garanzia a tutela di tutti gli iscritti; chiamati a vigilare non solo sulle procedure ma anche sui comportamenti. Mai come adesso dobbiamo ricordare che l’avversario, come sta emergendo in queste sere di feste dell’Unità, sta dall’altra parte del campo”.

Qual è la strategia?
“Costruire una coalizione larga e inclusiva, sulla scorta di quello che sta facendo il partito a livello nazionale. Il Pd è il baricentro”.

In Sicilia questo basta per vincere?
“Oltre alle forze dei partiti serve uno scatto in avanti; come nella tradizione della sinistra, le grandi vittorie sono frutto di grandi mobilitazioni della società civile, delle forze sociali, dei movimenti studenteschi. La precondizione è che ci siano le forze politiche, ma il grande salto si fa con la società civile”.

Cosa può fare in questo contesto il partito?
“Il partito deve creare le condizioni, deve dare voce a questa sofferenza dei cittadini, dei professionisti, delle imprese, delle famiglie. L’occasione del 2027 deve essere quella di riscattare questa terra, chi è chiamato ad amministrare, oggi, non pensa al bene comune, ma al proprio tornaconto personale”.

E qui entra in ballo la raccolta del consenso, che, a conti fatti, premia il centrodestra. Perché?
“Sono dei professionisti in questo, da anni. Partendo dal diritto alla salute, è un diritto che non è garantito in modo universale come prevede la nostra carta costituzionale. Ma ahimè in Sicilia la salute è un favore che passa dalle segreterie politiche”.

Cosa avete fatto, politicamente, rispetto a questo ‘sistema’?
“Più volte abbiamo denunciato pubblicamente la vergogna dei sindaci che siedono nelle direzioni sanitarie, dei componenti delle commissioni per l’invalidità civile che con disinvoltura si candidano e vengono eletti con successo nei consigli comunali; nonché di politici che trattano l’ospedale del proprio territorio non come un bene comune, ma come una personalissima macchina per costruire consenso elettorale”.

Si riferisce a qualche Comune in particolare, vista la nuova rete ospedaliera?
“Un esempio calzante è quello di Paternò, premiato con nuovi posti letto e nuovi servizi, mentre a Giarre i malcapitati che finiscono al ps non hanno né un ortopedico, né un cardiologo in pianta organica. Noi dobbiamo rompere questa logica dove il diritto alla salute deve valere per tutti e non per gli amici che frequentano le segreterie dei potentati del centrodestra”.

Uno dei passaggi essenziali è quello della nomina dei manager
“Noi diciamo che se andiamo al governo nomineremo i migliori per riscattare questa terra. E non quelli che hanno fatto i segretari provinciali di partito o che hanno la tessera e sono compiacenti al politico di turno”.

Nel passato, però, quando governava Crocetta, i nomi dei manager erano sempre gli stessi, corteggiati anche dal centrodestra.
“Negli ultimi 25 anni il Partito democratico ha governato solo 5 anni. Abbiamo affidato la sanità a Lucia Borsellino. Quella di Crocetta è stata una legislatura tormentatissima, certamente serve una rivoluzione nella nomina dei manager e un cambio di passo pure rispetto a quegli anni”.

Come può avvenire il cambio di passo?
“Nell’ultima settimana sono stati indagati due dirigenti sanitari di Catania e Palermo, uno anche arrestato e nessuno interviene. Nessuno arrossisce rispetto a queste notizie? Noi siamo garantisti, ma certamente il tema di come vengono selezionati i ruoli apicali in Sicilia c’è ed è di tutta evidenza. Schifani e soci non hanno sentito la necessità di giustificarsi e di intervenire sulla nomina di questi soggetti che hanno arrecato l’ennesimo scandalo per la sanità siciliana”.

Entriamo nel cuore dei temi e della possibile coalizione. Su argomenti importanti rischiano di esserci profonde divergenze, dalle infrastrutture, per esempio il Ponte, ai termovalorizzatori. Come si risolve il problema?
“Sul ponte mi sembra che le posizioni dei partiti del campo progressista siano sempre più chiare. Vengono tenuti fermi quasi due miliardi di fondi Fsc della Sicilia, per un’opera che forse non verrà mai realizzata. Prima o poi il centrodestra inciamperà su un ricorso o un blocco. Quei soldi potrebbero servire per completare la Siracusa-Gela o la Nord-Sud. O per finanziare la prima opera degna di questo nome a Catania da parte di Meloni/Schifani: fino ad ora niente, né per il ‘nodo Catania’, né per la Stesicoro-Aeroporto, ancora in alto mare”.

Sul ponte, però, Enzo Bianco e altri esponenti sono a favore…
“Noi apprezziamo le considerazioni di tutti i componenti del campo progressista. La linea del Pd è chiara su quest’opera, non serve e la Sicilia ha altre priorità”.

E i termovalorizzatori?
“Sia Legambiente, il Wwf, il Pd, il M5s, tutto il campo progressista ha snocciolato dati negli ultimi anni, per cui i conti non tornano. Anche la Corte dei conti, nell’audizione della scorsa settimana, ha chiesto chiarimenti. C’è un dato dirimente, continuano a mancare gli impianti di compostaggio pubblico. La Regione fa il bando, pochissimi i progetti presentati e per favorire il re di Prussia si continua con la logica di avvantaggiare i privati, in una terra in cui – come emerso nelle inchieste che stiamo tenendo in commissione antimafia – si denuncia sempre meno”.

Andiamo all’Ars, anche il Pd ha partecipato alle finanziarie raccontate nell’inchiesta su Galvagno, in ballo c’erano mance e mancette.
“Il Partito democratico ha votato contro quelle finanziarie. L’indicazione del partito è stata sempre quella di non votare mance e mancette. Terremo alto lo scontro nelle piazze e in aula contro Schifani”.

Effettivamente Lei ha criticato sempre le mancette e le mance distribuite sui territori, ma la comunità dei deputati del Pd all’Ars si è seduta a trattare. C’è un cambio di azione politica adesso o si continuerà sullo stesso solco?
“Il Partito democratico non ha mai finanziato associazioni né iniziative legate a imprese private. Si è sempre caratterizzato per una azione territoriale di grande spessore. Le recenti dichiarazioni di Dagnino sui conti della Regione non ci convincono. Le finanziarie sono scritte sulla sabbia e le risorse date per spettacolini e spettacoletti hanno dimostrato un’evidente incapacità di questo centrodestra ad occuparsi del bene comune e ad individuare le priorità per lo sviluppo della nostra terra. Il Pd farà valere questo modello di governo. Siamo fermi alla parifica del 2021, non accettiamo lezioni sulla gestione della spesa pubblica”.

Tornando alla domanda iniziale, per concludere, non c’è stata la festa insieme, ma prevede il riavvicinamento con chi non l’ha sostenuta come la maggioranza della federazione di Palermo?
“Sono impegnato a costruire l’iniziativa e la proposta politica con tutto il partito e sento una responsabilità in più nei confronti di coloro che non mi hanno votato al congresso. Anche nella selezione delle candidature che devono essere quanto più ampie e rappresentative possibili”.


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