PALERMO – Sì al bilancio Consolidato e al Paesc ma anche a due ordini del giorno delle minoranze su sanità e Pedemontana che, a sorpresa, vengono approvati anche dal centrodestra. Mentre è ancora stallo sulla mozione per le coppie arcobaleno, su cui si registra qualche defezione nella maggioranza.
Sì al Consolidato
Pomeriggio movimento a Sala Martorana, dove il consiglio comunale di Palermo ha dato il via libera al Paesc, il Piano per l’energia sostenibile che ha l’obiettivo di abbattere le emissioni di gas entro il 2030, e al bilancio Consolidato 2023 che chiude in positivo per oltre 120 milioni.
“Rispetto al 2022 si registra un surplus di 40 milioni – commenta l’assessore al Bilancio Brigida Alaimo -. Abbiamo compiuto un’operazione di assoluta trasparenza riguardo alla situazione economica e patrimoniale del Comune e delle società partecipate. Tra queste, Amap, Amat, Amg Energia, Rap,Reset e Sispi, oltre alla Gesap, partecipata al 31,58%, e la Fondazione Teatro Massimo”.
“L’approvazione segna un ulteriore progresso nella gestione contabile del Comune – continua l’assessore – condotta con responsabilità e rigore da questa Amministrazione. Abbiamo ereditato una situazione devastante, priva di prospettive, oggi possiamo finalmente affermare che i conti sono in ordine. Grazie a questo documento, approvato all’unanimità dal Consiglio Comunale che, ancora una volta, ha mostrato grande senso di responsabilità verso atti così delicati, è stato possibile fornire ai cittadini una visione chiara e completa delle operazioni finanziarie condotte ma soprattutto è stato illustrato in maniera approfondita l’utilizzo effettivo delle risorse pubbliche, contribuendo a una gestione delle stesse più responsabile e informata”.
Mozione in stallo
Meno bene è andata, invece, alla mozione sulle coppie arcobaleno. Al momento del voto dell’emendamento concordato dalla maggioranza e voluto dal sindaco Roberto Lagalla in persona, infatti, la compattezza del centrodestra è andato in frantumi. Ad astenersi è stato il forzista Salvo Alotta, cosa che ha provocato il malumore della nuova Dc che ha lasciato l’Aula facendo venir meno (per l’ennesima volta) il numero legale.
Pedemontana e sanità
La vera sorpresa, però, è l’approvazione di due ordini del giorno alla delibera sul Paesc presentanti dalle opposizioni e passati quasi all’unanimità, quindi con i voti anche del centrodestra (ad eccezione di Alotta). Gli ordini del giorno non producono automaticamente degli effetti ma sono comunque documenti di indirizzo, quindi dal valore politico.
Il primo riguarda la Pedemontana, il progetto faraonico che il governo Schifani ha rimesso in piedi e che costituirà un’alternativa alla circonvallazione, collegando le due autostrade (verso Messina e verso Trapani).
L’Anas ha avviato una consultazione pubblica ma, a sorpresa, il consiglio comunale ha approvato un ordine del giorno (primo firmatario Franco Miceli) che impegna il consiglio a una seduta ad hoc e lamenta il mancato coinvolgimento dell’Aula nella progetto, ipotizzando “gravi e irreversibili danni alla città”. “Non è ammessa nessuna fuga in avanti – commenta Miceli -. Le scelte vanno ricondotte nell’alveo delle decisioni del consiglio comunale, corroborate da una effettiva partecipazione democratica dei cittadini”.
Il secondo invece (prima firmataria Mariangela Di Gangi) punta sulla sanità, sottolineando i tagli del governo Meloni: “Nel 2023 i cittadini hanno speso di tasca propria 46 miliardi di euro per curarsi e 4,5 milioni di persone hanno rinunciate alle cure”. Non certo una carezza per l’esecutivo a guida Fratelli d’Italia.
Alotta (Fi): “Pedemontana, si proceda”
“La Pedemontana è un progetto su cui il Governo Schifani sta investendo con decisione – dice Alotta – dimostrando grande attenzione per Palermo e il suo futuro, rinunciarvi rappresenterebbe una scelta scellerata anche per gli effetti benefici che avrà sulla viabilità della circonvallazione. Per quanto riguarda la mozione per le coppie omogenitoriali, garantire il numero legale significa tutelare i principi democratici per i quali ogni consigliere può votare liberamente i singoli atti, specie su temi come questo su cui deve vigere libertà di coscienza”.