ROMA – I cedolini delle pensioni di gennaio avranno un incremento dello 0,80 per cento. Lo prevede l’articolo 2 del decreto del ministero dell’Economia e delle finanze approvato a novembre. La decisione riguarda ovviamente le pensioni medio basse o comunque “entro quattro volte il trattamento minimo”. Il tutto grazie al meccanismo della perequazione, cioè della rivalutazione automatica.
Ma permangono pure alcune incognite, legate al fatto che tali perequazioni sono a rischio in caso di conguaglio per l’anno successivo effettuato dall’Inps. Gli aumenti sono per tutti, in buona sostanza, ma alcuni pensionati rischiano di trovarsi meno per via dei conguagli.
La data dei pagamenti
Le pensioni dovrebbero essere in pagamento a partire dal 3 gennaio 2025, un giorno dopo rispetto al solito, perché la legge prevede che a gennaio l’accredito avvenga il secondo “bancabile” del mese. Cancellato il giorno di Capodanno, il primo giorno bancabile sarà venerdì 3.
La normativa sulla “perequazione”, in pratica, prevede un adeguamento – almeno teorico – all’inflazione. Gli ultimi dati sono parametrati alla fine dell’anno 2024, che si è chiuso, per l’appunto, con un incremento del costo della vita pari allo 0,8 per cento.
Le tabelle
Secondo la normativa attuale, per le pensioni fino a 2.394,44 euro è previsto un incremento dello 0,8 per cento sul totale della somma. Per le pensioni tra 2.394,44 euro e 2.993,05 euro dello 0,72 per cento rispetto al 90 per cento della somma. Sopra i 2.993,05 euro, infine, aumento dello 0,6 per cento rispetto al 75 per cento della somma.