Pensioni d'oro all'Ars, | scoppia un altro caso - Live Sicilia

Pensioni d’oro all’Ars, | scoppia un altro caso

La scure di Cascio sulle doppie indennità
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Scoppia un altro caso pensioni d’oro alla Regione. Quattordici ex deputati ricevono una doppia indennità: si tratta degli ex parlamentari regionali passati in un altro Parlamento – alla Camera, al Senato o al Parlamento europeo – che, oltre all’indennità per l’incarico attuale, ricevono anche un vitalizio che si aggira in media intorno ai 70 mila euro all’anno. Il calcolo è presto fatto: il costo per i contribuenti è di circa un milione di euro all’anno. Ma l’Ars sta correndo ai ripari.
L‘operazione è pronta, ma scatterà il 9 giugno. Il consiglio di presidenza dell’Assemblea regionale, infatti, si accinge a votare lo stop ai vitalizi per gli ex parlamentari regionali eletti altrove. “La proposta – precisa il presidente dell’Ars, Francesco Cascio – può intaccare i diritti acquisiti, anche perché in questo modo ci adeguiamo al regolamento di Camera e Senato. Ci sembra doveroso, nel momento in cui tutti gli italiani sono costretti a stringere la cinghia”.
Sono 14 gli ex deputati coinvolti. Trasversali agli schieramenti. Si tratta di Sebastiano Burgaretta Aparo, subentrato a Totò Cintola nel gruppo Udc al Senato, dell’ex presidente della Regione Angelo Capodicasa (Pd) e del suo collega di partito Mirello Crisafulli, dell’ex presidente dell’Ars Nicola Cristaldi (fra i più morbidi dei finiani), dell’ex presidente della Regione Totò Cuffaro e del suo mentore Lillo Mannino (entrambi dell’Udc), del colonnello finiano Fabio Granata, dei lealisti Pino Firrarello, Salvo Fleres e Alessandro Pagano, del sindaco di Catania Raffaele Stancanelli (un record, il suo: oltre all’indennità da senatore e al vitalizio riceve anche il compenso da sindaco, alla quale però ha annunciato di voler rinunciare), del misurachiano Ugo Grimaldi e del suo capocorrente Dore Misuraca (Pdl “ribelle”) e dell’ex sindaco di Palermo Leoluca Orlando (Idv).
Al momento all’Ars stanno facendo i conti. “Più o meno – spiega Cascio, che ha convocato il consiglio di presidenza per il 9 giugno alle 10 – l’indennità si aggira intorno ai 5 mila euro netti al mese. Contiamo di risparmiare circa un milione di euro all’anno”. Il calcolo è complesso anche perché il sistema è particolarmente articolato: se oggi il diritto al vitalizio scatta per gli ex parlamentari ultrasessantenni, in passato scattava a sessant’anni per chi era stato eletto per una sola legislatura, a 55 anni per chi aveva due mandati alle spalle e a 50 anni per chi ne aveva tre. L’importo del vitalizio, inoltre, aumenta in funzione delle legislature trascorse all’Ars.
Camera e Senato hanno fatto la stessa scelta quattro mesi fa. La conseguenza immediata è che adesso gli ex senatori o deputati nazionali presenti all’Ars non ricevono più il vitalizio. “Ci siamo adeguati in ritardo, è vero – ammette Cascio – ma del resto abbiamo evitato di adeguarci anche ad altre cose, come all’aumento di stipendio deciso dai senatori per se stessi. Le nostre indennità sono ferme al 2007”. Sarà una goccia nel mare negli sprechi dell’Isola, ma almeno è un inizio.


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