Scatta il conto alla rovescia per il rinnovo delle cariche sociali del fondo pensione della Cassa centrale di risparmio Vittorio Emanuele per le province siciliane (Ccrve), meglio conosciuto come fondo pensione ex Sicilcassa. Agosto è stato un mese caldo per i candidati che ambiscono a prendere il posto del presidente uscente Aldo Alaimo e degli altri componenti del consiglio di amministrazione. In ballo c’è la vendita di un ingente patrimonio immobiliare (52 beni concentrati soprattutto in Sicilia) che da anni si prova a dismettere. Solo liquidando tutto, infatti, si potrà mettere la parola fine a una storia che si trascina dal 1997, cioè da quando è fallita la Sicilcassa, istituto di riferimento del fondo pensione.
Le operazioni di voto sono già partite. Nei giorni scorsi gli oltre quattromila soci del fondo hanno ricevuto presso il proprio domicilio una busta con la scheda elettorale. Entro il 23 settembre dovranno rispedire la propria preferenza, con raccomandata postale, al quartier generale di piazza Castelnuovo, a Palermo. Il 26 settembre, poi, inizierà lo scrutinio ed entro la fine del mese dovrebbe conoscersi il risultato dell’elezione. Tra le varie sigle sindacali e le associazioni dei pensionati c’è clima di competizione a colpi di programmi elettorali e tour nelle province.
In corsa ci sono sei liste. Chiedono di ricorrere alla vendita per asta con diritto di prelazione agli inquilini i canditati di “Aper” (sigla che sta per “Aste pubbliche e ripartizione”) appoggiata dall’associazione dei pensionati Cardella, Cgil Fisac, e Falcri e che vede tra i candidati gli amministratori uscenti Marcello Critelli, Giuseppe Mitili e Giovanni Rogato. Punta alle poltrone del fondo anche “Rinnovamento e solidarietà” sponsorizzata da Cisl, Fabi e Uil e che si pone in aperto contrasto con la vecchia amministrazione. Tra i nomi di punta? Enzo Giunta, pensionato dell’istituto e conosciuto anche per essere stato sindaco di Termini Imerese tra il 2004 e il 2009. Le altre liste sono “Risveglio partecipativo” (Dircredito) che vede la candidatura dell’attuale presidente del collegio sindacale Salvatore Cozzo, “Safed” (Sindacato autonomo funzionari e dirigenti) in lizza con gli amministratori Sergio Infantino e Giuseppe Tagliaferro, e “Impegno” capitanata dal presidente uscente Aldo Alaimo. E poi il gruppo dei referendari, un comitato spontaneo nato senza l’appoggio dei sindacati e senza amministratori in carica. Tra i candidati gli ex dipendenti Agostino Lo Piano, Gugliemo Di Benedetto e Andrea De Simone che chiedono, tra le altre cose, l’istituzione di un’assemblea dei soci e la vendita frazionata, cioè per singolo immobile. Dibattito aperto poi anche sui compensi degli amministratori, carica che fino a qualche anno fa era svolta a titolo gratuito. Poi, con la riforma del 2008, l’introduzione di un gettone di presenza di 400 euro per ogni riunione, commissione o incontro preparatorio. Una spesa che, a fronte dei scarsi risultati, è stata mal digerita dai pensionati Sicilcassa.
Finora si è tentata la strada della vendita in blocco. Sul mercato sono finiti immobili di pregio come il palazzo di vetro di piazza Castelnuovo (sede del fondo), l’immobile di via Cordova (20 mila mq), entrambi a Palermo. Più uffici, appartamenti, magazzini sparsi in tutta l’isola e nel Lazio. Beni sui quali aveva messo gli occhi anche un fondo cinese ma la trattativa si è arenata ancor prima di cominciare. Un film già visto anche con i precedenti offerenti. L’attuale cda ci prova fino all’ultimo e pare che un’altra cordata di stranieri si sia fatti avanti proprio in questi giorni. L’estremo tentativo per salvare la faccia di fronte agli oltre quattromila soci del fondo? Si vedrà. Al momento l’unica cosa certa è la rabbia dei soci del fondo che da anni aspettano l’integrazione della pensione.