Non solo la carica di deputato regionale, Gaspare Vitrano, indagato per tangenti e reintegrato all’Assemblea regionale siciliana su disposizione del commissario dello Stato dopo la revoca dei domiciliari, tornerà anche a ricoprire il ruolo di ‘deputato segretario’ e componente del Consiglio di presidenza dell’Ars con tanto di ufficio personale sebbene abbia il divieto di dimora in Sicilia e quindi non può partecipare ai lavori parlamentari.
All’indennità di parlamentare, pari a circa 10 mila euro, Vitrano sommerà anche quella di ‘segretario’, altri 3 mila euro circa. Non solo. Vitrano riottiene anche il diritto all’auto blu e all’autista. Il presidente dell’Ars, Francesco Cascio, allarga le braccia: “L’Ars non può che prendere atto delle disposizioni del commissario dello Stato”.
Il ruolo di deputato-segretario viene attribuito con elezione da parte dell’aula. “Può solo dimettersi”, risponde Cascio a chi gli chiede se, al di là del reintegro all’Ars, non sia un problema politico la sua permanenza nell’ufficio di presidenza del Parlamento più antico d’Europa.
Il presidente Cascio, interpellato sul caso Vitrano durante la cerimonia di consegna del ventaglio da parte della stampa parlamentare a Palazzo dei Normanni, ha archiviato la vicenda “come uno dei tanti episodi anomali inanellati in questa legislatura”, citando anche il no dell’Ars alla sospensione del deputato Santo Catalano del Pid per ineleggibilità e la pregiudiziale posta dal Pd alla mozione di censura nei confronti dell’assessore alla Salute Massimo Russo che ha richiesto poi l’intervento della commissione regolamento. Su Vitrano, il segretario generale dell’Ars Giovanni Tomasello, ha ribadito che ‘l’Assemblea non ha discrezionalità, ma si limita a prendere atto della disposizione del commissario dello Stato.