Perché gli automobilisti | sono un nemico da punire? - Live Sicilia

Perché gli automobilisti | sono un nemico da punire?

(foto di Pasquale Ponente)

Mobilità alternativa? Solo una volontà di punizione dei cittadini. Tutti fermi a Palermo: solo i bersaglieri corrono.

Per dire, domenica scorsa, nella ridente città di Palermo, si registrarono i seguenti avvenimenti, come narrato da LiveSicilia, in un pezzo di anticipazione: “Di mattina, a Mondello, una manifestazione ciclistica e per questo il parco della Favorita resta chiuso. Sempre in mattinata, un corteo di autovetture d’epoca nel centro storico e, nell’ambito delle manifestazioni del 64esimo raduno nazionale dei bersaglieri, la sfilata finale da Porta Nuova al Foro Italico. Nel tardo pomeriggio, invece, la processione del Corpus Domini da piazza San Domenico”. Risultato prevedibile: i palermitani in macchina sequestrati e maledicenti, un caos, una monumentale arrabbiatura per i tapini che incapparono nella rete delle strade impossibili.

Ora, rifuggendo la logora diaspora filosofica tra feticisti della camminata a piedi e innamorati del tubo di scappamento, è sufficiente porre una sola e unica domanda: perché? Perché, a Palermo, in mancanza di rimedi alternativi, chi si sposta in auto è evidentemente considerato un nemico del popolo, quando basterebbe un minimo di organizzazione – evitando per esempio di concentrare quel cataclisma di eventi nello stesso giorno – per alleviare la sofferenza di chi non ha colpa alcuna, se non il reato dello spostamento necessario?

Perché lo stalinismo della scarpa chiodata – molto in voga con questa amministrazione – ha in animo di sanzionare ferocemente i fautori del trasporto gommato? Infatti, è chiaro che esiste una voluttà di punizione: qui non si tratta di mettere su una mobilità alternativa, ma di stangare chi sceglie il volante, per indurlo a non rifarlo mai più. La (breve, per favore; non tutti somigliamo al grande Totò Antibo) camminata a piedi potrebbe andare bene, se gli autobus fossero puntuali, se il metrò fosse diffuso ed efficiente, se esistesse un tram serio, non l’attuale trenino da niente. Potremmo davvero convertirci tutti al verbo del cambiamento, se risultasse, semplicemente, sostenibile. Invece non è così.

Palermo ricorda ormai una vetrina per attempati bersaglieri corricchianti, ciclisti arroganti e podisti superbi. E i cittadini che pagano cospicue tasse vadano in malora. Oppure, al massimo, si consolino, ascoltando le fanfare e i tromboni di turno.

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