(rp) Un imprenditore si è tolto la vita. Su tutti i giornali, leggete la cronaca particolareggiata dell’evento. Di cui facciamo cenno, solo per spiegarvi perché non abbiamo pubblicato la notizia, né pubblicheremo mai le cronache del suicidio. La scelta degli altri quotidiani è legittima e comprensibile: si tratta appunto di un fatto di cronaca, da raccontare. Noi la rispettiamo, ma pensiamo altrimenti. Pensiamo che in un suicidio più che la notiziabilità conti la riservatezza. Chi si uccide strappa il suo contratto con l’esistenza. E’ un gesto al limite delle parole, più dell’omicidio, più di ogni altra cosa. E noi, davanti a quel confine, preferiamo fermarci in silenzio. Per discrezione. Per non fornire alle anime disperate uno strumento di emulazione. Parleremo e scriveremo del suicidio come problema da risolvere. Ma non racconteremo mai l’ultimo passo di un uomo che si toglie la vita.
Non siamo né più bravi, né più etici degli altri quotidiani che hanno raccontato la storia di un imprenditore suicida. Vi spieghiamo soltanto perché non la troverete mai sulle nostre pagine.
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