Perla Jonica, il tribunale fallimentare |"blocca" la vendita allo sceicco - Live Sicilia

Perla Jonica, il tribunale fallimentare |”blocca” la vendita allo sceicco

Per i giudici fallimentari la condotta dei commissari liquidatori, che hanno promosso la vendita del complesso turistico della società Rta, "è platealmente in violazione della norma". E suggeriscono: "Piuttosto che imprimere un'accelerazione avrebbero dovuto presentare istanza di fallimento". Sul caso interviene il sindaco Garozzo. (Foto di Rei Tv)

il provvedimento
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ACIREALE – Nessuna “perla” dello sceicco. La vendita del complesso alberghiero, infatti, è stata “sospesa”. Un provvedimento spiccato dal Tribunale fallimentare rende “dubbia” l’aggiudicazione della Perla Jonica allo sceicco Hamed Bin Al Hamed di Abu Dhabi e, dunque, alla Item, amministrata dal manager Salvatore La Mantia. Tutto questo perché l’acquisizione della mega struttura di Capo Mulini sarebbe avvenuta mentre era pendente un’istanza di fallimento a carico della Rta (Realizzazioni turistiche alberghiere), società dei Fratelli Costanzo che nel suo compendio immobiliare comprende proprio la Perla Jonica. Leggendo il decreto emesso dal Tribunale fallimentare di Catania, composto dal presidente Adriana Puglisi, e dai giudici Laura Renda e Giuseppe Fichera, si comprende dove stia il bandolo della matassa, e cioè nella condotta dei commissari liquidatori, che sono Diego Montanari, Carmen Silvestri e Sebastiano Leonardi. Quest’ultimo è uno dei sette candidati a sindaco di Acireale.

Ma entriamo nel dettaglio. “E’ incontroverso come i commissari liquidatori di RTA- scrivono i giudici – decorso infruttuosamente il termine ultimo fissato dal Ministro per individuare l’assuntore del concordato, ma invece di avviare senza indugio la procedura ex art. 69 d. lgs 270/1999 tesa alla conversione in fallimento, in plateale violazione della norma hanno proseguito – spiegano ancora – l’attività di liquidazione promuovendo la vendita di un rilevantissimo compendio immobiliare appartenente alla società in amministrazione straordinaria, addirittura qualche giorno prima (28.04.2014) dell’udienza fissata per la trattazione del presente procedimento”. E continuano: “Dopo il conclamato insuccesso delle iniziative tese a individuare un terzo che potesse avanzare una proposta di concordato, i commissari liquidatori, piuttosto che imprimere una improvvisa accelerazione alle vendite immobiliari, avrebbero dovuto avanzare istanza di conversione in fallimento”.

I giudici, considerando che nei termini fissati non è stata presentata nessuna proposta di un “auspicato” concordato preventivo, per la RTA prospettano solo una via: il fallimento. Un orientamento che si fonda su diversi punti di valutazione e premessa citati nel dispositivo, che sono: “Visto il ricorso della Zeutron, in liquidazione, teso a ottenere la conversione in fallimento della procedura di amministrazione straordinaria della RTA, viste le memorie difensive depositate dalla Fratelli Costanzo spa, in amministrazione straordinaria; viste le tre note trasmesse dal ministero dello Sviluppo Economico, sentite le parti nell’udienza del 5 maggio, udito il giudice relatore; considerato che nessuna proposta di concordato è stata presentata per la Rta”. Da questi punti per il tribunale “dunque appare ormai certo che la procedura in parola non possa concludersi attraverso la auspicata soluzione concordataria. […] Pertanto il Tribunale dispone la conversione in fallimento della procedura di amministrazione straordinaria della RTA. Delega alla procedura il dott. Giuseppe Fichera e nomina curatore il prof. Aurelio Mirone”.

Ora cosa succede? La cosa quasi certa è che la vicenda è in una zona “grigia”. Da una parte il provvedimento del tribunale fallimentare può essere oggetto di reclamo. Strada che con molta probabilità sarà avviata. Dall’altra parte l’aggiudicazione è stata definita, ma non è esecutiva in quanto non è formalmente avvenuto il trasferimento con atto notarile dell’asset immobiliare. Allo stato la situazione è nelle mani del giudice delegato e del curatore.

Sul caso interviene il sindaco di Acireale Nino Garozzo. Questa la nota: ” Mi auguro che pendenze e ricorsi possano essere risolti. Purtroppo ero stato facile profeta lo scorso anno quando avvertivo con preoccupazione il progressivo aggrovigliamento della vicenda, con ricorsi e contro ricorsi. Il groviglio si è creato e adesso sarà difficile venirne fuori. Peraltro, nel caso in specie, vi è un collegio giudicante che dà un giudizio severo sulla procedura, sottolineando lo sforamento dei termini di chiusura della vicenda. Termini perentori che aveva posto il legislatore e che non sono nelle disponibilità del Ministero. Pertanto si è innescata una questione giuridica che adesso dovrà essere risolta. Tutto questo fa parte della lungaggine di azioni a cui abbiamo assistito in questi anni. Il Comune di Acireale, per la parte a cui era chiamato, ha assolto al proprio compito già diversi mesi fa, on tempestività e scrupolo,perché l’investimento sulla Perla Jonica, da parte di chicchessia, è un passo importante per la nostra Città . Da sindaco posso solo augurarmi che risolte le questioni giuridiche con vincitori e vinti (come accade in questi casi) si possa finalmente mettere mano alla ristrutturazione della Perla Jonica, perchè il complesso diventi volano strategico di sviluppo economico-turistico”.

 

 


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