Pesca di frodo, video su facebook |Ripostese rischia 5 anni di carcere - Live Sicilia

Pesca di frodo, video su facebook |Ripostese rischia 5 anni di carcere

“Si tratta di reati gravissimi – ha spiegato l'ammiraglio De Michele in conferenza stampa – e non manifestazioni di libertà. IL VIDEO CHE LO HA INCHIODATO

CATANIA – Giovane pescatore di frodo? Ci si augura che non lo possa fare più. La Capitaneria di Porto ha infatti denunciato per istigazione a delinquere e apologia del reato di uccisione di animali, un ventunenne residente nel comune di Riposto. Nei fatti, l’indagato è responsabile della pubblicazione sul proprio profilo Facebook di un video che documenta la soddisfazione, in parte ironica, per la pesca di alcuni esemplari di pesce spada. La segnalazione alla Procura della Repubblica è stata effettuata dall’ufficio circondariale marittimo di Riposto, in coordinamento con la direzione Marittima di Catania. Le indagini sono iniziate nel mese di novembre, mentre il filmato sarebbe stato realizzato in estate e a largo della stessa località ionica. Titolare delle indagini è il pm Raffaella Vinciguerra.

Ammiraglio Domenico De Michele.

“Delinquenti, buffoni” è senza peli sulla lingua l’ammiraglio Domenico De Michele. “Si tratta di reati gravissimi – ha spiegato in conferenza stampa – e non manifestazioni di libertà. Vogliamo che questo tipo di concezione sia combattuta, per questo ci ha confortato la gratitudine della cittadinanza che ha stigmatizzato già sui social i fatti ”. De Michele si è inoltre soffermato sui dettagli della battuta di pesca oggetto d’indagine. Sono dodici gli esemplari marini uccisi, molti dei quali al di sotto della taglia minima di 1 metro e 40 centimetri. La legge tuttavia non vieta in assoluto la pesca degli spada, ma soltanto a certe condizioni. In primo luogo, come in questo caso, non può essere esercitata con i palangari. C’è poi che i non professionisti non possono pescare più di un esemplare al giorno. Per questo motivo il bottino raccolto in mare non può rientrare dentro la specifica dell’hobby, bensì in uccisione non necessaria di animali. In altri termini, si tratta dunque di reati contro l’intero ambiente. “Specificità nuove e che riguardano tutta la collettività”, aggiunge l’ammiraglio

Il ventunenne rischia ora una pena che va dai 3 ai 18 mesi. Inoltre, c’è il reato di apologia che appesantisce notevolmente l’eventuale carico, che prevede un massimo di 5 anni di reclusione. Insomma, una bravata che molto probabilmente non ha tenuto conto del codice penale. L’eco sui social ha amplificato di molto il gesto. Sono oltre un migliaio le visualizzazioni. E con tutta evidenza, anche l’occhio vigile della Capitaneria è stato attratto dal video. Oltre all’attività di contrasto alla pesca illegale e al controllo della commercializzazione dei prodotti ittici, tra gli impegni della Guardia Costiera c’è infatti il monitoraggio costante della rete.

 

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