Pfizer, Sindacati: "Il caso Catania è segnale di disimpegno dal Paese" - Live Sicilia

Pfizer, Sindacati: “Il caso Catania è segnale di disimpegno dal Paese”

"Esuberi solo inizio dismissione da Italia, Governo attivi tavolo"
LA VERTENZA
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Catania – “La vertenza della Pfizer diCatania non e’ una questione regionale, lo vogliamo ribadire forte e chiaro. Non c’e’ un elemento, del comportamento della multinazionale farmaceutica statunitense, che induca a pensare questo. Dalla dimensione del gruppo alla presenza in vari stabilimenti in Italia, la portata di questa decisione ci fa credere che gli esuberi siano solo l’inizio di un percorso di dismissione del sito e di disimpegno dal Paese”: Lo affermano i segretari di Filctem Cgil, Femca Cisl, Uiltec Uil, Marco Falcinelli, Nora Garofalo, Paolo Pirani, su “alcune affermazioni del ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, comparse sui media nei giorni scorsi”.

Il riferimento e’ alla nota del Mise del 18 marzo scorso in cui si sottolineava che “al momento non ci sono le condizioni per un suo coinvolgimento essendo la questione di competenza regionale” per la vertenza sui 130 esuberi annunciati dalla multinazionale del farmaco nel sito del capoluogo etneo.

“La pandemia ci ha dimostrato quanto delicati siano i processi di produzione dei farmaci – ricordano Falcinelli, Garofalo e Pirani – e, soprattutto, quanto i presidi industriali siano rilevanti per garantire un’indipendenza sanitaria. Questo e’ un Paese che nel corso degli anni ha pagato salato il prezzo della perdita di pezzi nevralgici della ricerca farmaceutica, dismettere anche le produzioni significa allontanare ulteriormente l’Italia dal centro decisionale. E’ necessario difendere questo settore. Per questo – aggiungono i segretari di Filctem Cgil, Femca Cisl, Uiltec Uil – invitiamo i ministri Giorgetti ed Orlando ad aprire rapidamente un tavolo interministeriale su questa vertenza, non soltanto per salvaguardare l’occupazione in un’area depressa del paese, ma per puntare al rilancio di un settore che ora, piu’ che mai, ha bisogno di investimenti pubblici e privati e di infrastrutturare nuova ricerca – chiosano Falcinelli, Garofalo e Pirani – riportando l’Italia ad occupare il ruolo internazionale che le compete”.


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