CATANIA – Una dura presa di posizione contro l’amministrazione. Una dura accusa da parte del vicepresidente vicario del Consiglio comunale, Sebastiano Arcidiacono, che punta il dito contro il sindaco Bianco “colpevole” di condannare i catanesi ad “affogare nei debiti”. Lo scrive sulla propria pagina Facebook, dove pubblica anche uno schema di confronto tra i dati del piano di rientro rimodulato – che dava la possibilità al Comune di rientrare del pesante debito accumulato in dieci anni, e quello riscritto ulteriormente, dopo che il Governo ha concesso questa possibilità agli enti in predissesto. Possibilità riservata al disavanzo derivante dal riaccertamento dei residui – come ha affermato il Ragioniere generale di Palazzo degli Elefanti, Massimo Rosso.
“Sia chiaro a tutti – tuona Arcidiacono: Catania affogherà nei debiti fino al 2042. Tra inaugurazioni e passeggiate di rappresentanza il sindaco Enzo Bianco tiene all’oscuro i catanesi che l’ultima sua proposta (19 maggio 2017) di rimodulazione del Piano di riequilibrio finanziario nasconde il rinvio dei debiti alle future generazioni. I giovani scappano da Catania e lui appesantisce i debiti fino al 2042! La sua temporanea sopravvivenza politica viene prima di ogni cosa: della città, dei suoi abitanti, delle famiglie, dei disoccupati, delle fasce più deboli, dei ragazzi. Mentre il sindaco si intrattiene, con i suoi ospiti, fra feste, pranzi e musica nel Palazzo, il Consiglio comunale sarà chiamato ad assumere questa grave decisione. Come nel Titanic!”.
Niente di tutto questo, però, per l’amministrazione comunale, in questo caso per l’assessore al Bilancio, Salvo Andò che evidenzia come Palazzo degli Elefanti non abbia fatto altro che approfittare di un decreto legge che consente agli enti in predissesto di aumentare il numero di rate per diminuirne l’importo. “Oggi la legge dà la possibilità di non affogare e soffocare i cittadini – spiega Andò – allungando la rateizzazione. Il disavanzo resta quello di 140 milioni, inserito nel piano di riequilibrio del 2013 – prosegue – approvato dalla stessa amministrazione di cui Arcidiacono ha fatto parte”.
Insomma, per Andò la Giunta Bianco non ha fatto altro che approfittare di una possibilità offerta dal Governo e ne ha approfittato, aumentando le rate, ma con importo costante. Ma Arcidiacono ritorna sulla questione indebitamento delle generazioni future: “C’è il Dl 35 spalmato in trent’anni – continua – e ora anche questo, frutto dell’immobilismo di un’amministrazione che, in questi anni ha galleggiato, non facendo scelte impopolari ma, forse, necessarie, e preferendo, di volta in volta, addebitare la responsabilità ad altri”.
Intanto, la situazione di cassa del Comune sembra difficile. L’ex revisore dei conti del Comune di Catania, Carlo Cittadino, scrive alla Corte dei conti che l’amministrazione avrebbe prelevato somme dal fondo di riserva. “Con riferimento alla delibera n. 80 del 15.05.2017 della Giunta del Comune di Catania si segnala quanto segue – scrive che dalla delibera sul prelievo dal fondo di riserva viene esposto quanto segue :
“Considerato che si rende necessario procedere ad incrementare le insufficienti dotazioni finanziarie dei seguenti interventi di spesa e precisamente:
• di € 150.000,00, lo stanziamento di competenza e di cassa della missione 1 programma 08 titolo 1° macroaggregato 03 cap. 1286 “Telecomunicazione e trasmissione dati (noleggio impianti – canoni e scatti – manutenzioni);
• di € 30.000,00, lo stanziamento di competenza e di cassa della missione 1 programma 10 titolo 1° macroaggregato 03 cap. 1340 “Formazione obbligatoria personale dipendente”;
• di € 20.000,00, lo stanziamento di competenza e di cassa della missione 1 programma 10 titolo 1° macroaggregato 03 cap. 319 “Formazione prevenzione anticorruzione”;
• di € 420.000,00, lo stanziamento di competenza e di cassa della missione 12 programma 04 titolo 1° macroaggregato 03 cap. 4008 “Servizi di integrazione scolastica (assistenza – igienico personale – servizi trasporto)”;
Visto l’art. 166 del D.Lgs. n. 267/2000 e ss.mm. il quale stabilisce che l’Ente iscriva nel proprio Bilancio di previsione un fondo di riserva non inferiore allo 0,30 e non superiore al 2 per cento del totale delle spese correnti inizialmente previste in bilancio, di cui la metà della quota minima prevista dai commi 1 e 2 –ter dello stesso articolo deve essere riservata alla copertura di eventuali spese non prevedibili, la cui mancata effettuazione comporti danni certi all’Amministrazione;
4 ) Che non si conoscono i nomi dei responsabili di queste insufficienti previsioni finanziarie che costringe la Giunta già a maggio ad un prelievo dal fondo di riserva di ben 620.000,00 euro ;
5 ) Che le spese sopracitate non possono ritenersi imprevedibili”
L’operazione, fanno sapere dal Palazzo, sarebbe del tutto legittima sarebbe derivata da obblighi di legge e dalla necessità di rimpinguare alcuni capitoli. Appena sarà approvato il Rendiconto e la prima variazione di bilancio il fondo sarà ricostituito, forse addirittura con maggiori somme.