Piano Eni per Priolo: sciopero di Cgil e Uil: "Oltre il danno la beffa"

Piano Eni per Priolo: sciopero di Cgil e Uil: “Oltre il danno la beffa”

Le paure dei sindacati per gli effetti della transizione ecologica sui lavoratori

SIRACUSA – Sciopero di Cgil e Uil questa mattina contro il piano presentato da Eni che prevede la chiusura dell’impianto di cracking di Versalis che sarà riconvertito in una bioraffineria nel polo petrolchimico di Priolo.

I sindacati rivendicano un progetto complessivo sulla transizione energetica per la complessità della zona industriale.

La giornata

Prima il corteo, poi il comizio. Sono intervenuti il sindaco Pippo Gianni e i massimi esponenti di Cgil e Uil, tra cui Andrea Bottaro, Uiltec Sicilia e Alfio Mannino, segretario Cgil Sicilia, che hanno ribadito la preoccupazione su un investimento che potrebbe non tutelare tutti i lavoratori e il rischio che la riconversione coinvolga una sola azienda a discapito delle altre.

Le parole del sindaco

Sono oltre 400 i dipendenti nell’impianto di Priolo e 130 quelli nell’impianto di Ragusa per il quale è sempre prevista la chiusura.

“Vogliamo sapere – ha detto Gianni – che bene faranno la nostra provincia e la nostra zona industriale. Solo il Governo nazionale e regionale potrà darci una risposta. La manifestazione di oggi è pienamente riuscita, vista la numerosa presenza dei lavoratori, e mi trova d ‘accordo in quanto non è “contro” qualcuno ma è “per” qualcosa, per chiedere al Governo nazionale e regionale cosa intende fare con la nostra zona industriale”.

“Non possiamo subire – ha aggiunto – oltre il danno la beffa visto che in 50 anni hanno distrutto tutto: il territorio, l’aria, l’acqua; abbiamo avuto solo dolore, morte, inquinamento e ora vogliono andare via e uscire dal gioco così, questo non lo accettiamo Solo rimanendo uniti, senza colori politici, potremo vincere questa battaglia”.

Le sigle sindacali

“Rivendichiamo un piano industriale integrato che coinvolga tutti i soggetti – hanno detto i segretari sindacali – Temiamo che la fuga in avanti di progetti che prevedano la chiusura di Eni Versalis e un progetto di riconversione nel 2028-29, se non concertato con tutti gli altri soggetti del mondo industriale, rischiano di trasformarsi in un boomerang”.

“Abbiamo avuto una grandissima adesione allo sciopero, nessuno pensa di avviare delle azioni di cambiamento senza tenere conto delle proposte da parte del mondo dei lavoratori e dunque delle organizzazioni sindacali” hanno detto.

“Questa – insistono – è la prima di una lunga protesta, andremo avanti fino a quando il Governo regionale non istituisca un tavolo attorno al quale si possano vedere tutti i soggetti preposti, per poter traghettare la transizione energetica di cui ha bisogno questo territorio”.

“Ribadiamo che non è uno sciopero contro qualcuno – hanno aggiunto i segretari – ma di rivendicazione di uno sviluppo eco-sostenibile per il territorio. C’è bisogno di un progetto che comprenda tutto il polo industriale e non soltanto alcune aziende”.

E ancora: “Faremo tutta una serie di iniziative e di incontri con i Comuni per parlare alla gente, affinché ci sia un futuro economico-industriale che custodisce all’ambiente con una sensibilità diversa e con gli obiettivi di slancio che ci pone l’Europa Utilizziamo. Non si può pensare a una transizione ecologica senza pensare al futuro dei lavoratori stessi: la transizione energetica non può essere pagata dai lavoratori”.

Al corteo di questa mattina, oltre alle confederazioni regionali e territoriali, presenti i settori industria di Cgil e Uil affiancati da altre categorie sindacali. Alle 18 una delegazione di Cgil e Uil incontrerà il prefetto.


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