Pierobon, l'assessore-consulente | Ma l’incompatibilità è nelle cose - Live Sicilia

Pierobon, l’assessore-consulente | Ma l’incompatibilità è nelle cose

Componente della giunta regionale e consigliere del ministro grillino. Quali panni vestirà di fronte ai primi disaccordi tra governi?

Si potrà minimizzare quanto si vuole, ma il problema c’è. E non è tanto una questione di principio, quanto un fatto semplicemente pratico. Come ha rivelato il Giornale di Sicilia, l’assessore regionale ai rifiuti Alberto Pierobon ha accetto l’incarico, a titolo gratuito, di consulente del neo ministro dell’Ambiente Sergio Costa. E la questione qui non è tanto nella curiosità che un assessore di un governo di centrodestra (indicato dall’Udc, partito più di centro che di destra, ovviamente) decida di collaborare con un componente grillino del governo “gialloverde”. Il problema è nelle cose. Soprattutto nelle cose che verranno.

Alcuni esempi, tra i tanti che si potrebbero snocciolare. Il governo regionale, in un futuro più o meno prossimo, potrebbe chiedere una proroga dello stato di emergenza e quindi dei poteri speciali. Che succederebbe? Il governo Musumeci di cui Pierobon è assessore avanza la richiesta e il governo nazionale di cui Pierobon è consulente dovrà decidere sulla risposta da dare? E ancora: se il governo nazionale ad esempio decidesse di puntare su un impianto per lo smaltimento dei rifiuti in Sicilia (annosa è ad esempio la vicenda del termovalorizzatore di Pace del Mela), di fronte ai dubbi che potrebbero sorgere in Sicilia l’assessore Pierobon perorerà la causa del governo regionale o consiglierà al ministro di andare avanti? E ancora poi: il governo porterà prima o poi all’Ars una riforma dei rifiuti che la stessa Assemblea potrà approvare, bocciare o – molto più probabilmente – modificare in qualche sua parte; a quel punto, il governo nazionale dovrà verificare, come avviene per tutte le leggi regionali, la ‘compatibilità’ delle norme con la Costituzione: in quel caso, in caso di impugnativa, Pierobon vestirà i panni di chi impugna o difenderà la riforma approvata dalla maggioranza che sostiene il governo di cui fa parte?

Esempi, pratici, dicevamo. E se ne potrebbero avanzare decine. Basterebbe scorrere il gran numero di questioni che nel recentissimo passato hanno visto contrapporsi governo regionale e nazionale sul tema, ad esempio, delle discariche, delle Srr, dei rifiuti da portare all’estero.

E il possibile – probabile, persino – imbarazzo è rintracciabile in una nota ufficiale di Palazzo d’Orleans che contiene, appunto, una dichiarazione di Pierobon: “Non esiste – ha detto pochi giorni fa – alcuna ‘guerra’ tra Roma e Palermo. Il ministero dell’Ambiente ci affianca, ci sostiene e condivide la ‘visione’ di riforma di questo governo, già presente nel programma elettorale presentato ai siciliani”. In realtà non è chiaro chi affianchi chi, e in quale posizione.

E dire che la Sicilia, dopo la rinuncia al delicatissimo assessorato ai Rifiuti da parte di Vincenzo Figuccia, era rimasta per alcune settimane senza assessore, in attesa, si era appreso da fonti di Palazzo d’Orleans, che lo stesso Pierobon eliminasse o verificasse alcune potenziali cause di incompatibilità. Tolte di mezzo quelle, ha poi deciso di vestire contemporaneamente i panni dell’assessore regionale e del consulente dell’esecutivo nazionale. Un curioso ponte tra il governo gialloverde e quello di centrodestra in Sicilia. Ma l’ombra dell’incompatibilità tra i due ruoli è già nelle cose.


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