CATANIA – Le scelte sul personale riguardano me e nessun altro: questa, in sintesi, la risposta che l’assessore all’Energia e ai servizi di pubblica utilità Alberto Pierobon si è visto recapitare, con una lettera protocollata, dal dirigente del dipartimento dell’Energia Tuccio D’Urso. Pierobon aveva chiesto chiarimenti sullo spostamento di personale dal dipartimento minerario di Catania, già al centro di polemiche, il mese scorso, per la presunta paralisi amministrativa denunciata da alcune aziende del settore delle cave.
La vicenda prende il via con la segnalazione all’assessore Pierobon, da parte dei sindacati Cobas-Codir e Uil Fpl, dello spostamento di sette impiegati del Distretto Minerario di Catania al Genio Civile della stessa città. “Una situazione paradossale – si legge nella nota inviata lo scorso otto marzo da Cobas-Codir all’assessorato all’Energia – in considerazione del fatto che recentemente è stato negato un trasferimento in uscita di un altro dipendente, è stata più volte segnalata la carenza di personale anche con atti di interpello, e per far fronte a tale carenza alcuni funzionari in servizio a Caltanissetta sono stati costretti, attraverso una errata concezione dello smart-working, a spostarsi a Catania”.
Mentre la Uil Fpl, in una nota inviata il nove marzo, chiede chiarimenti sul fatto che nel Distretto minerario di Catania rimarrebbe “un numero oltremodo insufficiente per l’operatività del Distretto, già compromessa anche a causa della mancata autorizzazione di lavoro straordinario ai pochi addetti”. La nota prosegue poi ricordando l’atto con cui D’Urso, un anno fa, ha attribuito ai soli periti minerari i compiti di polizia mineraria, “senza più l’apporto di altri tecnici già utilizzati dall’amministrazione”.
Dopo avere letto le segnalazioni l’assessore Alberto Pierobon prende carta e penna e scrive una lettera urgente al dirigente generale del dipartimento dell’Energia Tuccio D’Urso. Pierobon dice di aver ricevuto le segnalazioni sui trasferimenti di sette persone dal Distretto minerario di Catania, “e ciò sebbene negli ultimi mesi – scrive l’assessore – per far fronte alla carenza di personale, si sia fatto ricorso ad atti di interpello ed anche al trasferimento di alcuni dipendenti a Catania attraverso il cosiddetto smart-working”. Per questo Pierobon chiede “con urgenza” al dirigente generale, ovvero a D’Urso, una relazione sull’argomento e di sapere i nomi del personale dei distretti minerari della regione.
La risposta di D’Urso arriva dieci giorni dopo, sei righe in cui il dirigente dice all’assessore di rimanere fuori dalle questioni sul personale. “Con la presente si riscontra – si legge nella nota inviata da D’Urso a Pierobon – che la responsabilità nell’organizzazione delle risorse umane del dipartimento dell’energia è ascritta alla competenza esclusiva dello scrivente, che com’è noto ne è responsabile sia per le competenze contemplate dalle materie trattate sia per l’utilizzo delle cosiddette risorse umane”. Nessun’altra indicazione, nessuna traccia di risposte sulla questione del dipartimento minerario né su quella dei nominativi dei vari uffici.
Il Dipartimento minerario di Catania era stato già al centro delle lamentele di operatori del settore cave, circa un mese fa. Dopo il trasferimento a Caltanissetta del dirigente Paolo Burgo l’ufficio era rimasto senza un responsabile e l’interim era stato assunto dallo stesso D’Urso. In più di un mese, era l’accusa di diversi titolari di aziende, molti atti si erano fermati, con aziende che aspettavano la firma del dirigente per rimettersi a lavorare. Contattato da Livesicilia sulla vicenda, D’Urso aveva dichiarato: “Mi rendo conto che in seguito allo spostamento dell’ingegnere Burgo l’ufficio è privo di dirigente – prosegue D’Urso – ma i lavori sono andati avanti, dato che ho assunto io stesso la funzione ad interim e ho firmato diversi atti”. Poochi giorni dopo era arrivata la nomina del nuovo dirigente catanese, Nunziato La Spina.