PALERMO – Il sentiero è stretto ma da settimane “si lavora per renderlo percorribile”. L’ipotesi di una candidatura di Pietro Grasso per la battaglia delle Regionali siciliane d’autunno piace sempre di più all’interno del Partito democratico e sembra non incontrare ostacoli insormontabili da parte del diretto interessato che, però, non intende accettare proposte a scatola chiusa. L’eventualità di un commento ufficiale non è presa in considerazione dalle parti di Palazzo Madama, ma in queste settimane chi ha avuto modo di parlare con il presidente del Senato ha potuto constatare una serenità di giudizio ma anche una contemporanea “fermezza” nel chiedere mani libere al partito qualora si creassero le condizioni per un suo ritorno in Sicilia.
La candidatura di Grasso, infatti, porterebbe in dote determinate condizioni: da un lato il pieno controllo di qualità sulle liste, che procederebbe in parallelo con un processo di “rinnovamento” di un partito che nell’Isola è già guidato dal 33enne Fausto Raciti. Il nome di Grasso, che ha trovato l’avallo anche dell’area vicina a Giuseppe Lupo, ha ricevuto anche il via libera ufficiale da parte di Enzo Bianco: “Se quest’ipotesi fosse praticabile non si andrebbe neanche a primarie”, ha affermato il sindaco di Catania in un’intervista a Livesicilia. Un’idea condivisa dal presidente del partito, Matteo Orfini, secondo cui davanti a “personalità” del calibro di Grasso “le primarie non servirebbero”. Voce fuori dal coro, invece, per Davide Faraone, il maggiore sostenitore dei gazebo. Il sottosegretario alla Salute ha parlato di un “modello vincente di partecipazione”, spingendosi fino a individuare una data per le consultazioni interne: “Il 9 luglio è un ottimo giorno”, sono state le sue parole accolte con una certa freddezza nel partito. Il nome di Grasso non aveva entusiasmato neanche l’alleato di un tempo Angelino Alfano, la cui posizione è sempre più distante dal Pd dopo lo strappo di Renzi sullo sbarramento nella legge elettorale poi naufragata alla Camera.
Nel Pd siciliano, comunque, le quotazioni di Grasso sono in salita e l’idea piace a sempre più componenti della stanza dei bottoni di via Bentivegna. Resta da capire l’orientamento di Renzi, non sempre in sintonia con l’inquilino di Palazzo Madama: dal segretario nazionale dovrà arrivare il via libera definitivo all’operazione “rinnovamento” di Grasso, ma l’argomento non è ancora entrato nell’agenda del Nazareno. Il nome di Grasso, intanto, ha già convinto alcuni possibili alleati del Pd. “Condivisione e pieno sostegno” sono arrivati dai bersaniani di Articolo 1-Mdp, secondo cui la figura dell’ex procuratore di Palermo è quella giusta per attivare un “progetto di rilancio della Regione” fatto di “lotta alla corruzione, di garanzia di discontinuità e di autorevolezza nei rapporti con lo Stato e l’Unione Europea”. Anche Sinistra Italiana vede il possibile impegno di Grasso come “una buona notizia”. Secondo i segretari regionali Bianca Guzzetta e Luca Casarini il presidente del Senato “potrebbe essere quello che ci vuole per impedire che la palude della politica permetta che a sguazzare siano i vecchi arnesi delle mafie”.
Parole che in casa Pd sono viste come una buona base di partenza per costruire una coalizione in grado di contrastare la forza del Movimento cinque stelle: gli uomini di Beppe Grillo puntano molto su un buon risultato alle Amministrative che sia da apripista per le Regionali di novembre. In pole position c’è sempre Giancarlo Cancelleri, citato nei giorni scorsi da Alessandro Di Battista dal palco di piazza Verdi, a Palermo, dove il deputato è arrivato per sostenere Ugo Forello nella corsa a Palazzo delle Aquile. Di Battista ha ricordato che ogni scelta passerà necessariamente dal voto online degli iscritti, ma la riedizione della candidatura di cinque anni fa sembra scontata, con Cancelleri che in questi giorni continua a macinare chilometri in giro per la Sicilia a sostegno dei candidati alle Comunali.