Piscina, 70 famiglie a Orlando:| "Si ammoderni la struttura" - Live Sicilia

Piscina, 70 famiglie a Orlando:| “Si ammoderni la struttura”

I parenti degli atleti scrivono una lettera al sindaco: "Serve un pontone per le gare di nuoto"

PALERMO
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PALERMO – Oltre 70 fra genitori e parenti di atleti hanno scritto una lettera aperta al sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, per chiedere che la piscina comunale si doti di un pontone mobile, senza il quale oggi non è possibile svolgere gare di nuoto riconosciute dalla Fin. Il regolamento della Federazione Italiana Nuoto prevede infatti che le competizioni invernali si svolgano in vasche da 25 metri al coperto, mentre quelle estive in vasche da 50 metri all’aperto.

La piscina comunale di Palermo non è adeguata a nessuna delle due tipologie di gara: la vasca interna è troppo grande, mentre la vasca esterna non ha le tribune che consentano al pubblico di assistere alle gare e non ha spogliatoi. Con un pontone mobile all’interno, si potrebbe ovviare al problema delle dimensioni inadeguate della vasca. Con questa struttura si raddoppierebbero le corsie, creando maggiori spazi per l’utilizzo della piscina da parte dei cittadini non-agonisti, “come se la città – sottolineano i firmatari della lettera – si dotasse di un’altra piscina”. La richiesta è stata più volte avanzata da questo gruppo di genitori e parenti al precedente assessore allo Sport, Emilio Arcuri, e a diversi dirigenti del settore, ma senza alcun risultato concreto. Sono stati anche effettuati sopralluoghi insieme a tecnici di aziende specializzate che hanno predisposto un preventivo secondo il quale la realizzazione di un pontone costerebbe fra i 70 e i 100 mila euro.

“Una cifra – scrivono i firmatari della lettera aperta – irrisoria per una città come Palermo che fra l’altro avrebbe una positiva e immediata ricaduta positiva grazie all’aumento delle presenze legate al turismo sportivo”. In assenza di questa struttura, oggi la piscina comunale di Palermo non può ospitare competizioni agonistiche che si svolgono in altre parti della Sicilia. “Noi siamo costretti a spostamenti onerosi e faticosi – aggiungono i firmatari – per accompagnare i nostri atleti in giro per l’isola, in impianti idonei. E oltre al nostro disagio personale, Palermo perde potenziali introiti economici. Il turismo sportivo è infatti universalmente riconosciuto come valore aggiunto rispetto alla tradizionale offerta turistica, soprattutto in un settore di grande dinamismo e dal numero elevato di presenze come quello del nuoto agonistico. Non si capisce perché Palermo debba rinunciare a questa possibilità a fronte di una spesa inferiore ai 120mila euro”.


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