PALERMO – Una maggioranza per le riforme? Sì, ma solo per due o tre leggi. Altrimenti, se si vuole cambiare la maggioranza, l’Udc certo non si mette di traverso ma chiede un chiarimento politico.Così il segretario regionale dei centristi Giovanni Pistorio alla vigilia dell’intervento in Aula del presidente della Regione Rosario Crocetta in programma domani.
Segretario, che ne pensa del “patto per le riforme” che ha in mente Crocetta?
“È un’iniziativa apprezzabile, ma deve essere gestita con molta chiarezza e trasparenza. Siamo d’accordissimo che si apra un tavolo sulle riforme istituzionali, che per noi sono la legge elettorale e la riforma dello Statuto, che deve essere un’occasione di sviluppo. Possiamo pensare tra le riforme anche quella della governance degli enti locali. Per noi ci deve essere una cessione di poteri dalla Regione ai Comuni”.
Ma i Comuni a mala pena riescono a gestire le competenze che hanno oggi, con la penuria di risorse a loro assegnate.
“Pensiamo ovviamente a un passaggio di competenze e di risorse. Queste tre sono le riforme. Le altre leggi sono a forte contenuto politico. E quelle devono essere concordate con la maggioranza politica”.
E il Nuovo centrodestra, per il quale voi stessi avevate auspicato l’ingresso in giunta?
“Se il tema è cambiare la maggioranza politica a noi va bene anche questo. Ma deve essere fatto in modo trasparente e discusso con gli alleati. Noi da tempo diciamo che l’Ncd può entrare in maggioranza, come a Roma è al governo con Renzi. In questo quadro il vicepresidente dell’Ars deve andare all’opposizione. Domani saremo attentissimi ad ascoltare Crocetta. Il comitato regionale che riuniremo nelle prossime settimane sarà l’occasione per approfondire il tema”.
Ha parlato del vicepresidente dell’Ars: per lei deve andare all’Ncd?
“Ho detto che deve andare all’opposizione”.
Quindi se Ncd entrasse in maggioranza non gli spetterebbe?
“Oggi Ncd è all’opposizione”.
Anche il Movimento 5 Stelle…
“Certo, e il vicepresidente l’aveva già. Ma non voglio entrare tropo nelle dinamiche parlamentari, deciderà l’Aula”.
Ha letto dell’indagine sulla mafia corleonese che sfiora il vostro deputato Nino Dina (che però non è indagato)?
“Non conosco la vicenda, me la sta comunicando lei. Ho fiducia che l’onorevole Dina dimostrerà la sua estraneità a questi ambienti”.
