Discariche, Legambiente: | "Diverse le nostre denunce" - Live Sicilia

Discariche, Legambiente: | “Diverse le nostre denunce”

"Non ci stupisce apprendere che sarebbero già emersi elementi di difformità tali da indurre l’assessore Marino ad avviare il procedimento di revoca per due discariche di Motta Sant’Anastasia e l’assessore Lo Bello a denunciare comportamenti poco trasparenti di un funzionario del suo assessorato".

Dopo la lite Marino-Lo Bello
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PALERMO – “Al di là dei toni e delle forme dell’attuale polemica tra gli assessori Marino e lo Bello, Legambiente Sicilia ritiene molto positivo che entrambi abbiano avviato, da una parte, verifiche sulla correttezza delle procedure burocratiche che hanno consentito il rilascio delle autorizzazioni all’esercizio di impianti pubblici e privati di smaltimento dei rifiuti, comprese le Autorizzazioni integrate Ambientali (AIA),  e, dall’altra, verifiche sulla corretta gestione tecnica degli stessi”. Si legge in una nota dell’associazione ambientalista. “Legambiente – prosegue la nota – si augura che le verifiche tengano pure conto dello smaltimento del percolato, prodotto molto pericoloso il cui trattamento ha spesso alimentato gli affari delle ecomafie. Non ci stupisce apprendere dalla stampa – sottolinea Legambiente Sicilia – che sarebbero già emersi elementi di difformità tali da indurre l’assessore Marino ad avviare il procedimento di revoca per due discariche di Motta Sant’Anastasia e l’assessore Lo Bello a denunciare comportamenti poco trasparenti di un funzionario del suo assessorato. Non ci sorprende perché la nostra associazione ha denunciato innumerevoli volte  fatti e circostanze che avrebbero dovuto determinare il diniego delle autorizzazioni o la loro revoca”.

“Chi ha la curiosità – proseguono gli ambientalisti – e la voglia di farlo può rileggere quanto Legambiente Sicilia, le altre associazioni ambientaliste e i sindacati hanno in più occasioni rappresentato alle  Commissioni di indagine sulle ecomafie e alla Commissione Ambiente del Senato, ponendo particolare attenzione alla vicenda del Piano degli inceneritori di Cuffaro & Co. Ben vengano quindi (era ora!) le indagini su come sono state rilasciate le autorizzazioni (AIA comprese) ma sarebbe utile andare anche oltre le discariche guardando, per esempio, all’inceneritore per rifiuti speciali pericolosi di Augusta – il più grande a sud di Napoli – e ad alcuni impianti industriali che continuano ad inquinare impunemente. Ci permettiamo di suggerire – dice ancora l’associazione – agli assessori di avvalersi per la loro opera anche dei dossier prodotti sull’argomento negli ultimi dieci anni dalla nostra e dalle altre associazioni e ci dichiariamo pronti a sostenere la loro azione. Legambiente ritiene che il nuovo Piano Rifiuti post-Cuffaro (approntato nel 2010 e approvato solo dopo due anni nel 2012 forse a causa della “ostilità” di un Ministro dell’Ambiente “incenitorista”) sia sul piano tecnico e programmatico una buona base su cui avviare – al più presto ma senza scorciatoie – la gestione integrata del ciclo dei rifiuti, un ciclo che deve davvero portare ad una consistente riduzione della produzione di rifiuti, al riciclo, al recupero e al riutilizzo, superando finalmente la fase intossicante delle discariche e degli inceneritori. Perché ciò avvenga senza intoppi e senza effetti collaterali ci auguriamo che possa tornare utile anche l’attuale vivace diatriba tra gli assessori. Sarà però indispensabile uscire da questa e dalle altre polemiche scatenate negli ultimi otto mesi all’interno del governo con il comune intento di fare davvero pulizia negli assessorati (senza cercare capri espiatori ma i reali responsabili di una gestione a dir poco discutibile del servizio che per anni ha rilasciato le autorizzazioni oggi contestate), nella gestione delle discariche e negli altri impianti di smaltimento. Contestualmente al proseguio della Valutazione di Impatto Strategica  (VAS) a cui il Piano sta per essere sottoposto, si effettui uno screening approfondito sulle autorizzazioni e sulla efficienza tecnica / ambientale di tutti gli impianti esistenti e inseriti nel Piano stesso. Ma si lavori anche – conclude Legambiente Sicilia – per costruire un sistema di gestione integrata che ancora oggi sta solo nei sogni dei siciliani. Ristabilire la legalità è il presupposto per ogni forma di sviluppo ma non basta per raggiungerlo. Per quello ci vogliono scelte politiche altrettanto coraggiose”.


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